Abbiamo scovato per voi una ricetta ghiotta… ciò che più ci ha colpiti è stata la foto di questo delizioso dolce che abbiamo notato grazie al profilo de @ilmestololetterario su Instagram.
La ricetta non ha delle dosi purtroppo, nel senso che è una pasta di pane fatta di farina e uova, che deve essere lavorata tantissimo (sciuesci in sardo) su una tavola di legna, spingendo verso l’esterno l’impasto con i palmi di mano.
Cercando qualche informazione in più per voi avviamo trovato queste indicazioni: più o meno gli ingredienti si aggirano intono alle seguenti quantità, ma vale sempre l’occhio… 6 Uova intere e 6 tuorli; 350 g di Farina di grano duro; 350 g di Farina 00; olio di oliva e la scorza di un Limone
È abbastanza faticosa la preparazione!
E’ un dolce tipico di Giba e Masainas, portato qua dalle signore di questi paesi durante la festa del Patrono della Sardegna, appunto Sant’Antioco!
Erano solite sedersi sul marciapiede della piazza, con le “cropedde” strapiene di pistoncusu, che attiravano i passanti per il profumo di forno e per i colori de “sa draggera”.
I Pistoccheddus vanno cotti nel forno a legna, direttamente sulla pietra, per farli sviluppare! E’ incredibile, non hanno alcun lievito eppure sono belli gonfi!!
Il calore del forno elettrico non basterebbe a farli cuocere!
I Pistoccheddus fanno parte dei dolci tradizionali della Sardegna.
Per la caratteristica glassa che li ricopre sono noti localmente anche come pistoccheddus de cappa e pistoccus incappaus, oppure pistoccheddus prenus (pieni, per la pasta compatta). Mentre, dal nome geografico abbinato vengono denominati anche Pistoccheddus di Serrenti, anche se prodotti in tutto il Medio e Basso Campidano.
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