Una laurea in Economia e Commercio, la passione per i legumi e un amore immenso per il suo territorio. Lui è Corrado Losavio, un salentino doc, che da sempre vive a Tuglie nell’entroterra del versante ionico leccese, dove il paesaggio negli ultimi anni è radicalmente cambiato. È qui che gli ulivi secolari sono morti a causa della xilella. Lasciando, così tristemente il passo a altre coltivazioni.
Corrado si racconta così…
Ho cominciato a dedicarmi all’attività agricola nel 1996 quando sono rientrato nel mio paese dopo aver terminato gli studi in Economia e Commercio e dopo aver svolto il servizio militare. Mentre cercavo lavoro, inviando curriculum e partecipando a concorsi, lavoravo nei terreni di famiglia, in quel periodo erano prevalentemente coltivati a oliveto e vigneto. Col passare del tempo non arrivavano offerte di lavoro che mi interessassero particolarmente. È stato a quel punto che ho cominciato a capire che quella del coltivatore sarebbe diventata la mia attività.
Le mani nella terra, stare nel mio paese, continuare a coltivare la tradizione. Questa era la mia strada.
Ho prediletto la coltivazione dei legumi perchè nella nostra civiltà contadina sono stati sempre il pasto quotidiano e la principale fonte di proteine, era chiamata la carne dei poveri. Mi rendevo conto, andando in giro per negozi, che la maggior parte dei legumi venivano importati da altri continenti.
La loro coltivazione è davvero semplice, mi sono voluto mettere a lavoro immediatamente!
I legumi non richiedendo irrigazione, trattamenti antiparassitari e concimazioni. I legumi inoltre, sono proprio loro che fissano l’azoto nel terreno, questo consente di alternare la produzione dei legumi a quella degli ortaggi.
Tuglie ha una forte vocazione agricola e io nelle mie produzioni ho sempre privilegiato quelle dei nostri prodotti tipici come il pisello riccio di Sannicola, il fagiolo bianco, la patata Sieglinde di Galatina, la cicoria di Galatina, il “mugnolo” un broccolo tipico del Salento, ecc.
Se non avete mai assaggiato i “piselli a cecamarito” cotti in pignata con pane raffermo, dovete provarli!
Molti semi di queste varietà le ho recuperate da anziani contadini del mio paese.
Si usa tra generazioni passarsi i semi. È la nostra eredità socio-culturale.
La coltivazione è sempre andata di pari passo con l’amore verso il mio paese. Per questa ragione mi sono dedicato al Museo della Civiltà Contadina.
È nato nel 1982. Fu fondato da mio zio, anche lui è stato un coltivatore diretto, oggi in pensione. Il museo è nel centro storico all’interno del palazzo ducale di Tuglie e raccoglie una ricchissima collezione di oggetti della civiltà contadina e non solo. La maggior parte di questi oggetti sono stati donati da cittadini tugliesi e dei paesi limitrofi. Grazie agli spazi verdi che ci sono alle spalle del palazzo ducale, in questi anni abbiamo cercato di recuperare vecchie piante molto diffuse nel Salento che oggi sono scomparse. Tra queste la pianta del cotone e la pianta del lumino ad esempio. Vengono raccontate le vecchie attività delle civiltà contadina, come l’allevamento del baco da seta.
Si tratta di piccole produzioni esclusivamente fatte a uso didattico perchè la maggior parte dei visitatori del museo sono i ragazzi delle scuole del Salento.
Tuglie ha molto da offrire: ospitalità, buon cibo, cultura e un paesaggio meraviglioso.