Chi lo ha detto che la potatura è una roba per soli uomini, Patrizia, da Civitella in Val di Chiana, attrezzi alla mano, occhio attento, pota e pota, con passione e decisione da oramai qualche anno. Gli ulivi in Italia sono una tradizione, fanno parte della cultura contadina, e vengono tramandati di padre in figlio e di generazione in generazione. Patrizia, invece, che viene dal mare, ha sempre abitato nella zona di Cecina, si è trasferita quassù in collina solo recentemente. L’arte della potatura l’ha imparata dopo i cinquant’anni.
Dalla città alla collina…
È andata così… abbiamo preso una casa in campagna, in mezza collina, siamo a 400 metri. Dapprima in affitto, poi l’abbiamo acquistata. I proprietari, quando eravamo ancora affittuari venivano a tagliare l’erba, a fare le olive e a potarle, insomma tutti quei lavori di manutenzione necessari per un terreno e le piante. È stato allora che ho iniziato a interessarmi. Per me era tutto nuovo. Mi incuriosiva guardare e imparare. Perchè è il sale della vita imparare sempre qualcosa di nuovo. Qualche anno fa abbiamo acquistato la casa e i proprietari, gli ex proprietari, ovviamente non venivano più a manutenere il terreno e così mi sono dovuta attrezzare io. Per i primi due anni ho chiamato un operaio. Un signore toscano che lavora anche il suo terreno. Il primo anno, me le ha “capitozzate”, mi è preso un colpo, ma ero ancora troppo inesperta per dire la mia e ho lasciato correre. Il secondo anno l’ho richiamai, pregandolo di essere più “dolce” con il taglio. Ma la mano pesante c’era sempre. È arrivato l’inverno. È arrivata la gelata e le piante non hanno resistito. Un po’ come da noi… le mamme, da piccini non ci facevano mai tagliare i capelli durante l’inverno, perchè ci si raffredda. Per le piante è la stessa cosa.
Hai fatto da sola?
Essere autodidatti con le piante, non è la cosa migliore, ho deciso così di fare un corso per la potatura. Una parte era teorica, in aula. Mi hanno insegnato un po’ di tutto: la concimazione, l’irrigazione… le basi per diventare dei bravi contadini. Poi ci hanno portato sul campo. E questa era ovviamente la parte più interessante!
Mi hanno insegnato la tecnica del Vaso Policonico.
Che è quella che io adotto oramai da sempre, perchè è la tecnica che maggiormente rispetta la fisiologia della pianta quindi un equilibrio vegeto-produttivo. Inoltre dopo la prima potatura, che in genere è la più difficile, fatta con questa tecnica, tutte quelle che seguiranno negli anni successivi, saranno molto più facili!
Come avviene la potatura a Vaso Policonico?
La pianta a vaso policonico è formata dal tronco principale dal quale partono 3-4 branche principali inclinate dai 30 ai 45 gradi equidistanti dall’asse e non deve superare i 2,5 metri di altezza per ovvi motivi: utilizzo di attrezzature telescopiche, potatura da terra (abbandono assoluto della scala), facilità di gestione (compresa la raccolta). Ogni branca principale deve avere una conclusione, o prolungamento, naturale ovverosia deve avere una “punta” o “cima” per espletare le sue funzioni, la cima, che è chiamata tiralinfa, è nella parte esterna dell’albero. All’interno l’olivo deve essere vuoto! C’è un detto popolare che rende bene l’idea:
“ci dovrebbe passare una rondine al volo nel mezzo dell’albero”.
È importante che l’olivo abbia la luce internamente e in ogni sua parte.
Comunque tanta fatica… soddisfatta?
Mi diverto tanto. Mi piace più potare che raccogliere le olive. Mi rilassa tantissimo.
Ho in tutto 150 piante, ma ormai sono diventata talmente veloce che posso andare a lavorare anche su altri terreni. Prima avevo molte più piante, ma con la gelata ne sono morte molte. Sto riallevando i polloni, vedremo…
Comunque, se dovessi tirare un bilancio… mi piace troppo stare qui. Quando mi trasferii i miei amici mi dicevano, ma come farai senza il mare… qui c’è la pace rispondevo. Vedo la vita con occhi diversi, rispetto agli anni passati. Per me entrare dentro un olivo e potarlo è una cosa meravigliosa, io con l’ulivo ci parlo.
Ho fatto tante cose nella mia vita: la cassiera, ho avuto un’edicola, la promoter, ma lavorare con le piante e con gli ulivi in particolare, è tutt’altra cosa… è un’emozione! Forse è una cosa ancestrale… è vero che io sono cresciuta al mare e non avevo la cultura dell’olio fatto in casa, ma una parte di me è legata a mio nonno che era un fattore e girava tutte le terre con il Principe Ginori. Avviava le aziende agricole per il principe. La “terra” l’ho sempre avuta casa….
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