Famiglia Dozzi_Fuoriporta

Dal Friuli all’Impero Austro-Ungarico, ecco la storia del salame ungherese

Carretto_Fuoriporta

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Fabrica_Dozzi_con manoscritto

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E se il salame ungherese fosse nato in Italia? Pochi lo sanno, ma esistono fondate ragioni per avvalorare questa tesi. Per capirne i motivi bisogna tornare indietro nel tempo e più precisamente intorno al 1850 quando Zio Giovanni, conosciuto nel paesino Friulano di Budoia (Pordenone) con il soprannome di Barba Nanepartì alla volta di Budapest per

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trovare lavoro come scalpellino. All’epoca la tecnica della carne insaccata era già ben nota in Italia, se si pensa che in ogni piccolo paese della Penisola c’era almeno un “norcino” e ogni famiglia di agricoltori allevava uno o più maiali, le cui carni rappresentavano una delle forme primarie di sostentamento per tutto l’inverno; nei Balcani, al contrario, questa tecnica era ancora sconosciuta. E proprio durante l’inverno Zio Giovanni, una volta stabilitosi a Budapest, realizzava per proprio conto qualche salamino che si portava al lavoro per lo spuntino del mezzogiorno: una vera scoperta per i colleghi ungheresi, che ogni giorno chiedevano al Barba di concedergli qualche fettina di questo prelibato alimento. Dalle veloci pause pranzo all’avventura imprenditoriale il passo fu breve: visto il successo dei suoi   salamini, l’italiano decise di abbandonare il lavoro di scalpellino e di dedicarsi anima e corpo alla produzione di insaccati, aprendo un piccolo laboratorio. Proprio in quei mesi a Frisanco, un altro piccolo paese Friulano, tre fratelli della famiglia Dozzi – Filippo, Giuseppe e Davide – decisero di partire per l’Ungheria in cerca di lavoro. Arrivati a Budapest conobbero il Barba Nane e si misero in società: nacque così il primo grande monopolio di insaccati nei Balcani che poteva contare su ben quattro stabilimenti: uno a Budapest diretto da Zio Giovanni, uno a Sinaia diretto da Filippo e due a Sokosari e a Vienna diretti da Davide. Ogni autunno i quattro pionieri chiamavano una trentina di operai da Frisanco per lavorare negli stabilimenti e garantire una manodopera italiana di qualità ai propri prodotti. Con la Seconda Guerra Mondiale cambiò tutto e l’invasione dei Russi portò alla nazionalizzazione degli stabilimenti. Ma questa storia dimostra che ci sono fondate ragioni per sostenere che dall’Italia, e in particolare dai piccoli Comuni Friulani di Budoia e Frisanco, è partita la tradizione del salame stagionato che ha trovato grande fortuna nell’Impero Austroungarico prima, e in tutta Europa poi.

Ringraziamo la macelleria ANTONINI NOÉ & C. s.n.c. Via Piave, 86 – Tel. 0427.71032  33085 Maniago – PN – per averci inviato questa storia meravigliosa.

Mandateci le vostre storia a info@fuoriprota.org

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