Se è vero, ed è verissimo che da casa non ci si può spostare, è ancor più vero che con la fantasia, possiamo fare viaggi golossissimi e lontani! Ed eccoci, quindi, a tapear per l’Italia delle tipicità pasquali.
La colazione di Pasqua è il momento culinario più importante della festa. Dal nord al sud, isole comprese!
Imbadiamo la tavola con salumi, uova sode, sott’olii e pane, che da qualche parte, in particolare nel centro Italia, viene fatto con uova e anice. In Sabina, nel reatino, viene chiamato Fallone. In Campania il tagliere di affettati misti è noto come “fellata” e include la ricotta salata, una particolare tipologia di ricotta, secca e dal gusto deciso, diffusa nelle regioni meridionali. Nelle Marche il principe della tavola a colazione è il Ciauscolo.
Le uova sode, uno dei cibi più rappresentativi della Pasqua era associato in tempi antichissimi alla vita – tanto che già egizi, fenici e persiani, in primavera, si scambiavano uova per celebrare la rinascita della natura – con il Cristianesimo l’uovo diventa simbolo del sepolcro rimasto vuoto dopo la Resurrezione.
Il primo piatto, come Pasqua vuole, è fatto a mano, con “olio di gomito”, farina, uova e “stennerello”. Se sulle tavole piemontesi troneggiano gli agnolotti ripieni di carne conditi con burro e salvia, su quelle emiliane le lasagne verdi con besciamella e ragù alla bolognese vanno per la maggiore. In Puglia le orecchiette con carciofi e mandorle. In Sardegna i“pillus”– simili ai tagliolini – cotti in brodo di manzo o pecora.
La pasta ‘ncasciata è un grande classico della cucina siciliana, una ricetta ricca e gustosa che sa mettere d’accordo grandi e piccini. È una pasta al forno tipica del Messinese e si contraddistingue per il suo ricco condimento. La sua fama è tale da aver raggiunto anche il palato del Commissario Montalbano.
Spingendoci invece nella Valle d’Aosta il piatto più rapresentativo è la Crescia di Pasqua, una focaccia lievitata, e impastata con uova, olio d’oliva e pecorino grattugiato. Secondo la tradizione, si gusta a fette accompagnata con il salame. C’è la variante del tortino di salvia, rosmarino, spinaci, ortiche, tarassaco, germogli di luppolo, foglie di primula, rucola selvatica, erba cipollina, barba di becco, erba San Pietro. Una bontà!
Il casatiello o tortano, tipico della zona di Napoli, è una torta rustica ripiena di pancetta, salame, uova sode e provolone dolce o semipiccante a seconda dei gusti. Già molto noto.
La torta al formaggio dell’Umbria è consumata nella classica colazione della mattina di Pasqua, accompagnata da salumi, formaggi e uova sode. Appartiene anche alla tradizione gastronomica marchigiana, dove è chiamata “crescia”.
Poi c’è l’immancabile Impanata Ragusana, una focaccia formata da sfoglie che possono essere riempite in vario modo, ma che a Pasqua vengono farcite con la carne d’agnello o di capretto, cotta con vino rosso e conserva di pomodoro.
I contorni… anche qui fantasia e bontà non mancano di certo! In Calabria e Sardegna i carciofi; in Puglia i cardoncelli, lessati, soffritti in olio e aglio e insaporiti con pomodorini, una spolverata di pecorino grattugiato e uova battute.
A Roma e in tutto il Sud Italia sono immancabili le fave fresche, da mangiare con il pecorino, il salame e la pancetta.
Il brasato al Barolo è il secondo piatto che caratterizza la Pasqua in Piemonte, uno stufato fatto con carne di manzo della razza fassone, allevata nelle Langhe, marinata per almeno mezza giornata nel pregiato vino rosso – insieme a sedano, carote, cipolle, bacche di ginepro, chiodi di garofano e cannella – e cotta nello stesso liquido per due ore a fuoco dolcissimo. Le erbe aromatiche vanno in seguito frullate e unite nuovamente alla carne, che deve cuocere ancora mezz’ora e poi può essere servita, solitamente con il purè di patate o la polenta.
Il Mecoulin di Cogne, sigilla la Pasqua Valdostana. E’ un antichissimo pane dolce, un antenato del panettone, che le donne contadine preparavano in generose quantità così da poterlo gradire anche oltre l’epifania. E’ goloso anche con salati, magari tostato, con un formaggio erborinato o un buon paté.
Procuratevi farina, latte, panna, uvetta e rhum. Mettete l’uvetta in acqua e rhum per un 2 di ore. Sbriciolate il lievito in latte tiepido. Mischiate la farina con latte e lievito, uova sbattute, zucchero, burro fuso e olio, la scorza di limone e impastate con cura fino a ottenere un impasto omogeneo. Aggiungete un pizzico di sale. Alla fine incorporate l’uvetta, ben scolata, impastando ancora. Coprite l’impasto con un canovaccio umido e lasciatelo lievitare per 6 ore nel forno.
Mettete l’impasto lievitato sulla spianatoia infarinata, lavoratelo con un po’ di farina, e dividetelo in 4 pagnotte medie. Incidete una croce con la punta del coltello. Mettete i pani distanziati in forno a 180 °C per circa 50 minuti, fino a quando la superficie sarà bella colorita. Sfornate!
Nel centro d’Italia troviamo i Fiadoni Dolci dell’Abruzzo. Si tratta di una sorta di ravioli, che non vanno bolliti ma infornati. Al loro interno c’è ricotta, parmigiano o pecorino e rigatino abruzzese: un formaggio tipico della zona a base di un misto di latte di pecora e di mucca a pasta semicotta. Una volta preparati i “ravioli” con questo ripieno si spennella con dell’uovo e si mette in forno.
Il “Falaone”, italianizzato Falagone è il dolce tipico della Basilicata. È un saccottino il cui ingrediente fondamentale è la ricotta.
In Lucania lo Squarcieddo con la medicina realizzato con ammoniaca per dolci, vermouth, limone biologico e confettini colorati a fare da decorazione. È lui che troneggia sulle tavole pasquali.
I cjalzòns, sono il tipico piatto di Pasqua della Carnia, zona montana del Friuli Venezia Giulia. Una sorta di raviolo, diffuso anche nella pianura friulana, fatto di acqua e farina o di patate. Può essere dolce o salato e variare negli ingredienti utilizzati, da luogo a luogo.
E’ sempre la Torta Pasqualina a essere il piatto d’eccellenza che caratterizza la Pasqua anche in Liguria. Non è una torta come le altre, ciò che la rende unica è il ripieno fatto di bietole fresche di stagione mescolate con la Prescinseua, una cagliata fresca acidula diventata famosa grazie alla Focaccia di Recco di cui ne è il ripieno. Questo formaggio locale è usato da molti secoli e nel 1413 una testimonianza lo cita come l’unico dono che i Genovesi potevano fare ai Dogi.
Il Bussolano mantovano, o Bisulan, è il dolce popolare della Lombardia, in particolare della zona di Mantova. Viene preparato con farina, uova, zucchero, burro. Era un dolce tipico delle classi più povere e nella sua versione originaria si presentava come una ciambella asciutta e molto dura che veniva ammorbidita inzuppandola nel vino.
La Pigna pasquale caratterizza il Molise. È un panettone a lievitazione lenta, generalmente aromatizzato all’anice e ricoperto da una glassa di zucchero. Si differenzia dalle altre pigne del centro-sud Italia per l’aggiunta di patate lesse nell’impasto, che rendono la pigna ancora più soffice.
In Toscana, la Pasqua fa rima con l’amore. A Rio Elba, uno dei paesi più antichi dell’Isola d’Elba, ancora oggi si cucina la sportella, un biscotto che un tempo le ragazze regalavano nel periodo pasquale ai loro innamorati per dichiarare il loro interesse.
La Pasqua in Trentino Alto Adige coincide con il periodo della raccolta degli asparagi bianchi di Zambana utilizzati per i pranzi pasquali. Nel tortino con prosciutto di Praga, oppure nel risotto agli asparagi.
Alla base di tutte le preparazioni delle tavole in Veneto ci sono le uova, che un tempo erano usate con parsimonia perché rappresentavano la moneta di scambio per la spesa settimanale. La fugassa è il dolce tipico della zona, ora non più pane condito, ma vero e proprio dolce lievitato arricchito con canditi, glassa di mandorle e granella grossa di zucchero.
E voi cosa preparerete?
Inviateci la vostra tipicità a info@fuoriporta.org[custom-related-posts title=”Related Posts” none_text=”None found” order_by=”title” order=”ASC”]