Carnevale Borgosesia_Fuoriporta

TRENTINO ALTO ADIGE

La Corsa degli Zussl di Prato allo Stelvio (Bolzano)

Un antico rito che richiama alla fertilità risalente addirittura al periodo della monarchia austroungarica: è con questo affascinante corteo in maschera che Prato allo Stelvio celebra il Carnevale. Gli “Zussl” sono antiche figure con vesti bianche ornate di fiocchi e fiori di cartapesta colorati, con legate ai fianchi numerosi campanacci; il corteo è rigorosamente formato da 6 uomini che, simboleggiando i cavalli al traino, trascinano un vecchio aratro, incitati dai colpi di frusta del carrettieri e seguiti dal seminatore che sparge segatura in mezzo al pubblico. Questo corteo si chiude con un gruppo formato dal contadino e dalla contadina, dal sevo e dalla serva, e dalla caratteristica coppia “Zoch e Pfott”, che portano con sé gli antichi attrezzi utilizzati per il lavoro nei campi. In una seconda sfilata il corteo viene invece spinto dal “Triebschellträger”, la figura che porta il campanaccio più grande, seguito dagli “Zussl”, i cui campanacci hanno il compito di cacciare l’inverno e di favorire la buona maturazione del grano.

Il Carnevale ladino delle “mascherèdes” di Penia (Trento)

Una festa ladina anima ogni anno il Carnevale in Val di Fassa. A Penia, frazione del Comune di Canazei, vengono infatti rappresentate le “mascherèdes”, spettacoli scherzosi e canzonatori in ladino: si tratta di piccoli e burleschi pezzi teatrali di un atto che un gruppetto di attori improvvisati recita per 4 o 5 volte durante l’intero periodo di carnevale. Il momento clou della festa si svolge a Campitello di Fassa la domenica di Carnevale, con la sfilata di Bufòn, Marascons e Lachè: tutti i personaggi indossano maschere in legno realizzate artigianalmente dagli scultori della valle. Il Bufòn, che indossa un cappello conico e una maschera dal naso pronunciato, mette in evidenza vizi e virtù dei popolani, divertendosi anche a prendere in giro le ragazze del paese. I tre personaggi sono seguiti e circondati da maschere o faceres da bel o da burt, che rappresentano il bello ed il brutto, gli aspetti positivi o negativi dell’immaginario collettivo o della fantasia popolare più radicata e specifica del Territorio. In piazza, infine, è possibile assistere al “Molin de le veies”, rappresentazione allegorica di un mulino antico capace di trasformare le signore anziane in giovani fanciulle.