L’ultimo appuntamento di Fuoriporta con le mete estive conduce alle porte del “Golfo dei Poeti”, nel cuore della Valle del Turano e fra le cime del Pollino. Portovenere (nella foto) è uno dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco e una delle perle della riviera ligure di levante: si affaccia sullo splendido “Golfo dei Poeti” con le sue caratteristiche casette colorate che raccontano di un passato antico e glorioso. Un passato inevitabilmente legato a doppio filo al mare: non a caso Portovenere fa parte delle borgate marinare che partecipano ogni anno al Palio del Golfo, che la prima domenica di agosto vede sfidarsi i paesi che si affacciano sul Golfo di La Spezia, capoluogo di provincia che il 13 settembre celebra San Venerio con una processione in mare che porta la statua del santo dalla città fino all’isola del Tino. Ma questa è anche una terra nella quale si produce un olio extravergine di oliva di primissima qualità, base del classico pesto alla genovese: come non assaggiare, quindi, un buon piatto di trofie al pesto? Ma come ogni città sul mare che si rispetti, non mancano le proposte a base di pesce: in particolare la specialità del luogo sono imitili o muscoli, simili alle cozze, che possono essere ripieni, fritti o cucinati in altri svariati modi.
La tappa lacustre porta invece nel Lazio, in provincia di Rieti, in uno dei borghi più belli d’Italia immerso nell’incontaminata Valle del Turano: Castel di Tora, a metà strada fra Rieti e Carsoli. Circondato da una corona di fitti boschi sui quali domina il Monte Navegna, il paese conserva ancora oggi un fascino magico e sembra custodire il segreto delle sue origini mitiche, che lo legano alla città sabina di Thora. Fino al 1864 il paese si chiamava Castelvecchio, ma poi si decise di legare il suo nome a Tora, antico insediamento sabino nel quale avvenne – nel 250 d.C. – il martirio di Santa Anatolia. Passeggiando nei caratteristici vicoli che conducono a piazzette ben tenute e curate si possono ammirare la torre esagonale medievale dell’XI Secolo, il Palazzo Scuderini, le mura e le torrette trasformate in case; e ancora archi, scalinate, grotte e cantine scavate nella roccia, la chiesa parrocchiale di San Giovanni Evangelista e la Fontana del Tritone. In cucina meritano un assaggio gli strigliozzi, un particolare tipo di pasta lunga, nonché il polentone, che ha reso noto il paese anche al di fuori dei confini regionali.
Ancora più a Sud, eccoci in uno dei borghi più suggestivi del Parco Nazionale del Pollino: Morano Calabro (Cosenza) domina l’ampia valle del Coscile ed è circondato dalla catena montuosa appenninica più alta dopo il Gran Sasso. Importantissimo centro strategico e culturale nel periodo medievale e rinascimentale, conserva ancora intatti molti gioielli a testimonianza di questo passato glorioso: i resti del castello Normanno-Svevo, laChiesa arcipretale dei Santi Pietro e Paolo, il Monastero di San Bernardino da Siena e la Collegiata di S. Maria Maddalena. Incantevole d’inverno, quando si trasforma in una sorta di grande presepe circondato dalle montagne innevate, Morano Calabro è un paese molto vivo d’estate, quando si organizzano la Festa della Madonna delle Nevi (4 agosto), quella dell’Annunciazione di Maria Vergine (14 agosto) e la Festa di San Rocco (16 agosto).