Tra Catania e Messina, tra terra e cielo, i suoi panorami sono indimenticabili, tanto che il suo nome era un tempo Belvedere.
Oggi trasformato in Piedimonte Etneo.
Omen nomen.
E’ qui, letteralmente ai piedi dell’Etna che sorge questa splendida cittadina siciliana: perla di relax, natura e spirito di comunità. Un luogo magico, in cui il visitatore potrà vivere la genuinità della Sicilia. In quale altro luogo vi sarà possibile godere della montagna, come se vi trovaste in un paesaggio lunare e perdere al tempo stesso il vostro sguardo tra lingue fiammeggianti di lava? E tutto a pochi chilometri dal mare. Tutto questo è Piedimonte Etneo. Scopriamola, una tappa dopo l’altra, emozionandoci immersi nella genuina sicilianità.
Per chi ama le escursioni, la natura, e le vacanze en plein air, siete nel luogo giusto.
Ciò che maggiormente caratterizza Piedimonte Etneo, lo dice il suo stesso nome. E’ l’Etna, il vulcano dei vulcani. Un signore, altezzoso e affascinate che quando vuole sbuffa un po’ donando ai visitatori e a chi lì vive, un paesaggio ancestrale.
Parte del Parco dell’Etna è infatti nel territorio di Piedimonte Etneo. Gambe in spalla, partiamo alla scoperta di questo luogo d’altri tempi. Cosa vedrete?
Lo “Zappinazzu”, il più vecchio pino laricio dell’Etna. Ha 300 anni, è il nonnino dei pini dell’Etna, albero mitologico che illuminò la notte di Cerere alla ricerca di Proserpina per le impervie contrade del vulcano. Affascinanti crateri oramai spenti, oggi protagonisti solo dei nostri selfie. C’è poi il percorso dedicato alla vista dei Monti Sartorius, un percorso agevole ricavato su un’antica traccia usata dai pastori che permette di scoprire gli apparati eruttivi di questi monti, nonchè il più esteso bosco di betulla dell’Etna, specie botanica unica del Parco. Cortecce bianchissime e lisce con caratteristici disegni a forma di occhio che spiccano sul nero della lava, emozionandovi. Sono simbolo di forza e rinascita. La natura è energia, approfittatene!
Sempre per gli amanti delle escursioni c’è il complesso rurale delle Case Bevacqua, un vasto sistema di abitazioni, magazzini e strutture produttive posto a quota 1013 sul livello del mare.
Una iscrizione incisa nella chiave di volta dell’arco di ingresso di uno dei fabbricati riporta infatti la data del 1803. All’epoca le Case Bevacqua erano state il cuore pulsante di una vasta area coltivata a vigneto, fatto insolito, specie a quote così alte del vulcano, dove adesso dimorano boschi di querce, castagni e vasti noccioleti. Da esso si dipartono i sentieri 728 e 729. Buona passeggiata!
Amate il turismo religioso, quello di Piedimonte Etneo è sorprendente!
La prima tappa di cui racconteremo è la Chiesa Madre dedicata alla Madonna del Rosario eretta tra il 1711 e il 1713. Alzate gli occhi, prima di entrare, età classica e vernacolare caratterizzeranno il vostro viaggio in questo luogo. In essa troverete una preziosa statua in legno policromo del XVII secolo. Ha una forma basicale a tre navate in stile neoclassico. Le sue colonne stilizzate in pietra bianca nella facciata e in fascioni all’interno, vi cattureranno. Capitelli dorici, ionici e corinzi. Altari in marmo colorato di Taormina. All’interno della Chiesa Madre ci sono numerosi dipinti, che gli appassionati sapranno ben apprezzare. Tele raffiguranti scene della vita dei santi: il Martirio di San Sebastiano, la Pala di Santa Lucia attribuibile a Francesco Mancini e due dipinti ritraenti San Francesco e Sant’Antonio, opera di Alessandro Abate.
È uno dei Santuari più antichi, voluto, fondato e sostenuto dal Papa San Gregorio Magno. E’ il Santuario della Madonna della Vena. Da oltre 1.400 anni, schiere di persone vengono qui, alla ricerca della Tenerezza Divina. Molto semplice la struttura esteriore che si affaccia su un meraviglioso paesaggio che domina la Costa Ionica. All’interno vi sono dei preziosi mosaici che fanno da sfondo all’altare. Custodita all’interno del Santuario, si trova l’Icona della Madonna, un dipinto a tempera su una tavola di cedro del Libano, che raffigura la Vergine Santissima con Gesù Bambino in braccio.
Il momento ideale per ritrovarsi nel Santuario di San Gerardo è il periodo dei festeggiamenti a lui dedicati, nel mese di agosto. Dal paese, dai paesi limitrofi e non solo, sarà un pellegrinaggio di puerpere, esattamente loro! Perché è proprio lui il santo che protegge le donne in “dolce attesa”.
Ma in realtà… qualsiasi momento è quello buono per godere della spiritualità di questo luogo.
Il Santuario di San Gerardo è nell’omonima frazione, appena fuori dal centro abitato di Piedimonte Etneo. La prima “versione” del santuario, fu costruita nel 1928. Il culto di San Gerardo Maiella iniziò nel 1923 quando la signora Menica Mazza, avendo avuto in visione il Santo che la guarì dai suoi mali, decise poi di creare una chiesa in quella borgata nel 1928. Ma lo spazio era troppo piccolo per accogliere tutti i pellegrini che arrivavano. Nel 1931 iniziarono quindi i lavori per l’elevazione di un nuovo tempio che fu finito il 16 giugno del 2000. Quel giorno la chiesa di San Gerardo venne finita ed elevata a Santuario.
Modesta nelle sue fattezze, ma con una storia affascinante è la Chiesa di San Michele. Il principe Ferdinando Francesco la fece costruire nel 1718, per assolvere a un voto fatto durante una violenta sommossa popolare nella città di Palermo. Ritornata la tranquillità, il Principe, riconoscente verso l’arcangelo San Michele, che aveva esaudito le sue preghiere, volle dedicargli un tempio proprio nel paese che egli particolarmente amava. Immancabile è il Convento dei Cappuccini con altari in intarsio di legno. Da non dimenticare in un itinerario religioso la Chiesa di Santissima Maria delle Grazie e la Chiesa del Calvario, entrambe nella frazione di Presa.
Tradizioni… ogni luogo ne ha una o molte… quelle di Piedimonte Etnea sono… giudicatelo voi!
Festa delle feste è da queste parti quella dedicata alla Vendemmia. Nasce nel 1998, è più che maggiorenne e ogni anno viene attesa con gran trepidazione, non solo dai locali, a frotte infatti vi accorrono da tutta la Sicilia. E’ la festa delle feste! Non a caso, da queste parti, il prodotto di punta è proprio il vino, ma non uno qualunque, lui e solo lui, il Nerello Mascalese e quello Mantellato. L’Etna e il suo comprensorio racchiudono, come in uno scrigno, un tesoro di colori e sapori in grado di lasciare un ricordo indelebile nel visitatore. L’arte del vino, vecchia di millenni, è infatti una parte integrante della cultura siciliana.
La festa del patrono, Sant’Ignazio da Loyola, che si svolge il 31 luglio e la prima domenica di agosto, offre anche l’opportunità di partecipare a varie sagre locali, nonché fino a qualche anno fa al Trofeo di Sant’Ignazio, importante gara podistica che richiamava atleti di fama internazionale. Tra le altre manifestazioni da ricordare l’Estate Piedimontese, durante la quale si svolgono mostre, concerti, rappresentazioni teatrali e tornei sportivi.
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