Un tesoro unico della biodiversità nel quale convivono specie faunistiche di origine meridionale, circummediterranea ed orientale, oltre a un patrimonio floristico di più di 1200 specie e sottospecie: è il Parco Naturale delle Prealpi Giulie, un’area protetta della quale si è iniziato a parlare sin dagli anni ’70; un lungo percorso che ha portato nel 1996 all’istituzione del Parco, compreso all’interno dei territori comunali di Chiusaforte, Lusevera, Moggio Udinese, Resia, Resiutta e Venzone in provincia di Udine. Qui vivono caprioli, cervi, camosci, stambecchi e cinghiali, oltre ad altri importanti mammiferi come il gatto selvatico, diversi specie di mustelidi, roditori ed insettivori. Negli ultimi anni la presenza dell’orso bruno e della lince è stata confermata da diverse segnalazioni di tracce e avvistamenti in Val di Uccea, Val di Musi e Val Venzonassa. Per quanto riguarda invece l’avifauna, sono state censite 100 specie fra le quali figurano diversi rapaci (gufo reale, allocco, civetta capogrosso, aquila reale, astore, poiana, grifoni), tutti i tetraonidi dell’arco alpino (gallo cedrone, gallo forcello, pernice bianca, francolino di monte) e diverse specie di corvidi, picidi e passeriformi. Senza dimenticare la coturnice, simbolo del Parco, che trova il suo habitat naturale sui versanti meridionali dei rilievi. Ben rappresentati sono anche anfibi, rettili ed insetti che trovano nell’estrema variabilità del paesaggio che caratterizza il Parco le condizioni ideali di vita e riprodzione.
Di grande interesse è anche la vegetazione che si può incontrare percorrendo le vallate del Parco, risultato dell’azione congiunta di due fondamentali fattori ecologici: il particolare regime climatico ed il substrato geologico. L’elevata piovosità (sui Monti Musi si registrano le più abbondanti precipitazioni a livello europeo), le temperature relativamente miti e le escursioni termiche limitate concorrono a determinare un regime climatico di tipo oceanico che favorisce, assieme alla particolare natura dei terreni, lo sviluppo di una vegetazione ricca e diversificata. Ecco quindi che il patrimonio floristico può contare su più di 1200 specie e sottospecie e uoltre 60 endemismi fra i quali la Campanula di Zoys, la Genziana di Froelich, il Geranio argenteo e il Papavero delle Alpi Giulie.
L’evoluzione della regione alpina avvenuta nel corso dei millenni ha caratterizzato in maniera decisa l’area del Parco, accostando in poco spazio caratteristiche morfologie fluviali ad altre tipicamente glaciali. Di conseguenza, nelle parti superiori delle valli sono ancora ben visibili antichi archi glaciali ancora perfettamente conservati e immediatamente a nord della cima del Monte Canin anche un piccolo residuo di ghiacciaio ancora persistente. Nei fondovalle, invece, le numerose forre e i salti dei corsi d’acqua danno vita a spettacolari rapide e cascate, fra le quali spiccano quelle del Fontanone Barman e del Fontanone di Goriuda. La morfologia di tipo carsico, invece, trova il massimo sviluppo nell’altopiano del Foran dal Mus, ai piedi del Monte Canin.