Con le sue roverelle e suoi lecci abbraccia il borgo di Laconi, condizionato nel suo impianto urbanistico da una morfologia complessa che nel tempo ha determinato scelte insediative tipiche dei centri montani. E’ il Parco Aymerich, uno spazio verde urbano che si articola intorno ai resti del castello Aymerich, il cui primo impianto è probabilmente da ascriversi al 1053. L’area si estende su una superficie di più di 22 ettari nel comune del comune in provincia di Oristano, nella regione denominata Sarcidano, al centro della Sardegna. Le rovine del castello presentano stratificazioni plurime, che nel corso dei secoli hanno portato all’attuale aspetto: il nome richiama gli ultimi signori di Laconi, gli Aymerich appunto (che assunsero il titolo nel ‘700), ma in realtà l’edificio nacque originariamente in epoca medievale – probabilmente sui resti di un castrum bizantino antibarbaricino – per difendere la frontiera del Regno di Arborea da quello di Cagliari. La torre maestra, a pianta rettangolare, risale all’XI-XII secolo e nel XVIII fu trasformata in un carcere. Accanto ad essa sorge il castello vero e proprio, suddiviso in due piani: quello inferiore è contemporaneo alla torre, mentre quello superiore è successivo e presenta alle finestre eleganti modanature in stile catalano-aragonese. Questo castello fu la residenza dei signori di Laconi fino alla metà dell’800, epoca in cui il marchese Ignazio Aymerich Ripoll aveva già fatto realizzare un giardino di piante esotiche che si estende su un’ampia superficie. Probabilmente ai signori laconesi si deve anche l’impianto boschivo circostante il castello, nel quale trovano dimora anche piante singolari e non originarie, quali un cedro del Libano di dimensioni eccezionali ed il pino di Corsica. Ma il parco è costituito anche da fitte leccete, intervallate da cavità naturali, ruscelli, piccole cascate e laghetti che creano un’atmosfera di grande fascino, a disposizione di tutti a pochi passi dal centro urbano.