Nella Valle del Vomano, attraversata una volta dall’antica Via Caecilia, si trovano numerose abbazie, centri religiosi di grande interesse storico, architettonico e artistico collegati da strade strette che si snodano tra uliveti e dolci colline, nella spettacolare campagna abruzzese dalla costa verso l’Appennino. Ma non solo, ci sono piccoli centri abitati di un’umanità meravigliosa, palazzi storici, archeologia e sapori. Inizia così un breve itinerario, che aiuterà a capire meglio come la storia di questa terra.
Mura spesse e finestre alte e strette. Siamo a Notaresco dove il medioevo risplende ancora in ogni violetto. Tra Roseto degli Abruzzi e Teramo a pochi chilometri dal mare, Notaresco è il luogo ideale in cui trascorrere un fine settimana fuoriporta dedicato alla cultura e alla cucina e al buon vino.
Benché inforchettare un gustoso piatto sia tra i principali traguardi del fine settimana, noi cominceremo dalla cultura, per farci venire un po’ di acquolina in bocca!
Iniziamo la nostra visita dalla Chiesa di San Clemente al Vomano, nella frazione di Guardia Vomano, caratterizzata dal ricco portale della facciata e dal fatto che al suo interno viene custodito il ciborio considerato tra i più antichi e imponenti di tutto l’Abruzzo.
Le origini di Notaresco risalgono al neolitico, lo racconta bene il Museo archeologico intitolato a “Giuseppe Romualdi” noto avvocato, fu anche giornalista e commediografo, che qui nacque. Il museo nasce nel palazzo che apparteneva alla famiglia Romualdi la quale donò l’edificio al Comune di Notaresco: l’intento era quello di conservare ed esporre i reperti archeologici della zona.
Degne di particolare nota sono le sezioni dedicate ai vetri, la sala con la ricostruzione di una cucina di epoca romana e una bella esposizione di lampade a olio.
Al primo piano sono conservati reperti del periodo italico (metalli e ceramica), i grafici della Villa romana di Grasciano (I sec. a. C.- II sec. d.C.), oggetti di uso comune, varie tipologie di ceramiche (aretina, a pareti sottili, da fuoco), intonaci, lucerne e ricostruzioni. Sono presenti anche carte del territorio.
Ciò che alimenta il museo archeologico è proprio il sito di Grasciano scoperto nel 1992 e i cui lavori di scavo hanno rivelato numerosi pezzi murari che vengono classificati come parte di una villa di epoca romana; questo insediamento è situato sul colle di Grasciano .
Le indagini effettuate circa la villa di Grasciano hanno evidenziato delle strutture rettangolari di diversa dimensione che sono state identificate come una piscina e una cisterna; ovviamente non mancano altri ambienti differenti e di diverso utilizzo, basti pensare che il sito archeologico è di circa 4000 metri quadri. In particolare proprio la piscina e la cisterna svuotate hanno rivelato la presenza di numerosi frammenti di diverso materiale che sistemati sono diventati dei veri e propri pezzi da museo osservabili nelle sale del “Romualdi”.
A pochi passi da Notaresco, non può mancare la visita al Palazzo Acquaviva dei Duchi d’Acquaviva, ora sede del Comune di Atri, un paese dalla posizione spettacolare, vista mare e monti, clima gradevole in estate, tanta storia e cibo buono.
Il Palazzo, costruito come fortezza militare, è stato successivamente ampliato nella parte laterale in laterizio nel 1500 e successivamente modificato nell’esterno nel 1700. Il cortile con le sue ampie arcate dalle ogive appena percettibili, impostate su robusti pilastri angolari, è un vero gioiello architettonico.
Intorno vi sono numerose iscrizioni di età romana e un sarcofago con il mito di Dionisio. L’interno, oggi, presenta numerosi saloni tra cui alcuni dipinti a tempera del 1800 dopo che erano andati distrutti gli affreschi precedenti, sia quelli rinascimentali De Litio che quelli successivi del 1700 del Farelli. Nella sala di rappresentanza vi è la raffigurazione della disfida di Barletta opera dell’artista atriano De Felice. I sotterranei, antiche piscine romane del II-III sec a.C. , utilizzate nel medioevo come prigioni e successivamente come sede della regia cavallerizza, conservano oltre a resti dell’intonaco romano anche un affresco del 1600 raffigurante la natività.
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