Deve il suo nome al fatto che un tempo era davvero difficile da raggiungere. Oggi invece Malentrata, uno dei borghi più particolari della Val Brembana, si può raggiungere comodamente e si divide in una parte bassa (decisamente meglio conservata) e in una alta. Collocate sulla sommità di un colle, le abitazioni godono di una splendida vista sul fondovalle; chi, un tempo, saliva dalla mulattiera, trovava qui una sosta obbligata dopo la fatica della ripida salita. Il gruppo di abitazioni sono unite tra di loro e arroccate sul colle, assomigliando più ad una fortezza che ad una contrada contadina d’un tempo. La rustica chiesetta presenta un’architettura settecentesca, con un apparato murario esterno perfetto a tal punto che l’omogeneità della pietra ha reso superfluo l’intonaco. Costruita nel 1736 ad opera di Bernardino Rota, è dedicata a San Filippo Neri e San Martino, che compaiono, accanto alla Vergine, sulla tela dell’abside. La chiesetta, posta tra verdi prati scoscesi, costruita tutta in pietra a vista con il tetto in coppi, con il piccolo campanile ed il singolare camino della canonica, si staglia pittorescamente sulle pendici della montagna brembillese.