Dai miracoli alla prosa. Dall’arte a illustri natali. Lendinara, non a caso, è definita l’Atene del Polesine.
Quale è il punto di partenza per visitarla?
Dipende dai gusti. Noi vogliamo iniziare dai “miracoli” legati alla statua della Madonna scolpita su un legno di olivo, oggi racchiusa nel Santuario della Beata Vergine del Pilastro, meta di pellegrinaggi.
La storia di questo Santuario comincia nel XVI secolo, quando in una notte tempestosa la statuetta fu divelta dalla forza del vento dalla nicchia in cui era riposta e ritrovata, circondata da un forte bagliore, in una siepe vicina. Durante la costruzione del primo capitello venne utilizzata l’acqua di una fonte lì vicina che si trasformò, durante i lavori, da acqua limpida in acqua rosso sangue. Questa fonte negli anni divenne meta di pellegrinaggio grazie alle proprietà miracolose che guarirono molti infermi.
Alla fine del ‘500 venne deciso quindi di edificare un santuario e dedicare la città alla Madonna.
L’attuale chiesa fu realizzata tra il ‘700 e l’800 ad opera dell’architetto don Giacomo Baccari.
Il Santuario, non è l’unica meta religiosa degna di nota, c’è la Chiesa di Santa Sofia, un luogo imperdibile, non solo per i fedeli.
Chi arriva al Duomo di Santa Sofia, rimane colpito dal magnifico campanile, il più alto del Veneto, quasi 100 metri. Sulla sua sommità l’angelo fa da segna vento. La letteratura locale ritiene che la chiesa sia sorta sulle rovine di un tempio pagano. Entrate al suo interno.
Oltre alla tela che raffigura la Vergine con l’angelo liutista, la chiesa conserva un quadro che riproduce la Madonna del Rosario e Santi dipinto nel Seicento da Albrizzi.
C’è poi un’altra Madonna con Bambino fra San Lorenzo e Sant’Antonio da Padova, opera che Francesco Bissolo realizzò a inizi del Cinquecento e che fu ritoccata nel periodo barocco, periodo al quale risalgono anche un Ecce Homo del pittore Domenico Fetti, altri dipinti di Pietro della Vecchia e Antonio Zanchi.
Dal sacro al profano raggiungiamo il centro di Lendinara su Piazza Risorgimento dominata da Palazzo Pretorio e dalle sue prigioni. Il palazzo è stato edificato alla fine del 1300 con la funzione di castello sotto la signoria degli Estensi e più tardi sfruttato dai veneziani come luogo di detenzione. La torre, che ancora sovrasta la piazza, è alta 25 metri.
Poco lontano rispetto al Palazzo Pretorio, sorge il municipio di Lendinara di età estense.
Di fronte al Municipio c’è la colonna con il Leone di San Marco, a testimonianza della dominazione veneziana della città, e la Torre Civica o dell’Orologio che tutt’oggi rintocca ad ogni ora del giorno e della notte.
Il teatro di Lendinara, nasce dalle ceneri dei magazzini comunali, prendendo il nome di Teatro Ballarin ospita ogni anno un’affascinate stagione di prosa. Se siete da queste parti non perdetelo!
Dal 2016 è presente un ricco museo dedicato al Risorgimento Italiano all’interno del Palazzo Malmignati – Boldrin che ospita la biblioteca comunale e gli archivi storici del comune di Lendinara e di alcune famiglie nobiliari.
Il Museo del Risorgimento è visitabile durante tutto l’anno previa prenotazione. All’interno vi sono documenti e manufatti del periodo risorgimentale italiano. Lendinara infatti è una città che si è contraddistinta nel periodo risorgimentale per i moti a favore del risorgimento italiano e per aver dato i natali ad Alberto Mario, amico di Giuseppe Garibaldi e uno dei primi deputati e senatori del neonato Regno d’Italia.
Lendinara vi attende:)!
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