Distrutta da Federico Barbarossa nel 1167, fu ricostruita con torri poderose e passò ai Roberti di Reggio Emilia. Verso il 1420 passò sotto il dominio degli Estensi, dal 1501 a un ramo marchionale degli Este e, dalla seconda metà del XVIII secolo, ai Rango d’Aragona. C’è una lunga e affascinante storia dietro alla Rocca Estense di San Martino in Rio (Reggio Emilia), visitabile ogni domenica mattina. La sua struttura a pianta quadrangolare conserva intatta una torre angolare quadrata, con merlatura ghibellina. Al pianterreno ospita il Museo dell’Agricoltura e del Mondo Rurale, con la sala che conserva tracce di decorazioni nel soffitto (sec. XV) che raffigurano le imprese degli Estensi; sempre al piano terra merita una visita la Cappella di San Giovanni, costruita nel 1395, che conserva ancora le fasce di cotto del portale, l’abside e l’altare originale in marmo di Verona con stemma in arenaria dei Roberti da Tripoli ed un pregevole San Martino, sempre in arenaria. Al piano nobile, invece, il grande atrio ha una parte di soffitto originale decorato nel seicento. Dall’atrio si accede ai grandi saloni dell’ala ovest, ridipinti agli inizi del sec. XVII, per trasformare in residenza signorile l’antica rocca. Da qui si passa alla Sala del Teatro, che era usata proprio per questo scopo dalla metà del XIX secolo fino agli anni trenta, quindi all’appartamento dei Marchesi di San Martino: qui le pareti e le volte sono state ridecorate per volontà dell’ultimo marchese, Don Paolo d’Aragona, con sfondi e paesaggi lacustri.