La cittadina campana nota in tutta la sua regione per le sue prelibate castagne, è anche il borgo delle cascate. La più amata e conosciuta di Montella (Avellino) deve il nome ad un antica leggenda che racconta di una bella lavandaia, sedotta da un nobile locale e poi, rimasta incinta, annegata nelle vicinanze del ponte dal seduttore stesso. La Cascata della Lavandaia sorge proprio ai piedi del Santissimo Salvatore, monte sacro sulla cui cima sorge l’omonimo Santuario. Il paesaggio è da fiaba, caratterizzato da una folta vegetazione e dall’omonimo ponte, risalente addirittura al I secolo a.C. Negli anni, è stata sottoposta a lavoro di rifacimento fino ad arrivare nel XV secolo quando la sua funzione principale divenne quella di alimentare il vecchio mulino fortemente voluto dai montellesi e che è rimasto attivo fino agli anni cinquanta del secolo scorso. La Cascata della Maronella è invece meno nota, frequentata soprattutto dai pescatori che qui possono trovare le trote. Percorrendo le acque del fiume Calore, da Montella in direzione Acerno, si giunge ad un altro scorcio di paradiso terrestre, la Cascata del Fascio – costruita durante il ventennio fascista – con un grazioso ponte che la sovrasta.