Il Carnevale Monfalconese di Monfalcone (Gorizia)
Il Carnevale Monfalconese vive il suo momento culminante il martedì grasso e chiude i festeggiamenti del Carnevale Isontino, uno degli appuntamenti più attesi e sentiti dalla cittadinanza: si tratta infatti della più antica tradizione del territorio della Bisiacara. Ogni anno, insomma, esplode letteralmente la festa con colori e musica in tutta la Città. Tra gli elementi che caratterizzano il Carnevale Monfalconese c’è la tradizionale “cantada in piazza” con la cerimonia del giuramento del “Notaio Toio Gratariol” e la lettura del testamento di “Sior Anzoleto Postier”; e ancora la maestosa sfilata di carri e gruppi allegorici con oltre 3000 figuranti, senza dimenticare le consuete iniziative gastronomiche e gli spettacoli teatrali dialettali.
Carnevale di Muggia (Trieste)
Da queste parti tutti lo conoscono come il “mato carneval”: e in effetti è difficile non lasciarsi trascinare dall’allegria, dai colori, dalle migliaia di maschere e dai carri allegorici che travolgono ogni visitatore tra le suadenti architetture della cittadina istro-veneto. L’attestazione dell’esistenza del Carnevale muggesano emerge con certezza storica nel 1420, come riporta uno statuto comunale dove per i festeggiamenti del “mato carneval” veniva elargito un ducato alle Compagnie che spendevano più di tre soldi per i musicanti. Qualche secolo più tardi, invece, si ha la prima traccia del ballo che oggi è diventato il simbolo dell’apertura di ogni edizione, cioè il “Ballo della Verdura”. Questa danza, attestata per la prima volta nel 1611, è simile a quella che Teseo istituì in occasione della sua vittoria sul Minotauro: uomini e donne con ghirlande di verdura in testa danzano assieme coinvolgendo gli astanti con la loro allegria. Il momento più atteso della festa, in ogni caso, resta la sfilata dei carri allegorici, mossi da complessi sistemi meccanici che sono il frutto di un paziente lavoro di appassionati artigiani e tecnici volontari.