Eretto dagli Scaligeri, venne sapientemente sfruttato dai Gonzaga. Ha ben otto secoli di storia alle spalle, eppure è visitabile dal pubblico solo dal 2013, dopo lunghi e accurati lavori di restauro. E’ il Castello Scaligero di Villimpenta, comune dell’est mantovano a ridosso del veronese: una terra di confine, solcata dal fiume Tione, è famosa soprattutto per il riso – rigorosamente “vialone nano” – che da sempre si produce. La pianta della fortezza è costituita da un pentagono irregolare dal quale si conservano due torri poligonali ed una massiccia torre d’angolo alta 25 metri che ne caratterizza l’imponenza e la solidità; il Castello era munito di una torre ad ogni angolo più una lungo i lati maggiori, per un totale di sei. Tutte erano quadrilatere, anche se con angoli non esattamente retti, dal momento che solo quella a sud-ovest può dirsi pentagonale. Il mastio, posto all’angolo nord-ovest, è alto circa 42 metri ed è coronato da merli e piombatoie a costituire la parte più possente e solida del castello, ha base quadrata di 9 metri con spessore di 2,30 della muratura. Originariamente era circondato su tutti i lati dal fiume Tione sulla linea del quale si installarono, intorno all’anno 1000, in epoca anteriore alla costruzione della fortezza, i monaci dell’abbazia benedettina di San Zeno di Verona.