Il Carnevale di Tricarico (Matera)
Le mucche e i tori sono gli animali-simbolo del caratteristico corteo che anima ogni anno il Carnevale di Tricarico, in provincia di Matera. Le prime sono rappresentate un cappello a falda larga coperto da un foulard e da un velo e riccamente decorato con lunghi nastri multicolori che scendono fino alle caviglie; la calzamaglia indossata è anch’essa decorata con nastri o foulards dai colori sgargianti al collo, ai fianchi, alle braccia ed alle gambe. Le maschere dei tori sono identiche nella composizione ma si distingue per essere completamente nera con alcuni nastri rossi. Ogni maschera ha un campanaccio, diverso nella forma e nel suono a seconda che si tratti di mucche o di tori. Il corteo di Tricarico si è arricchito nel tempo di altre figure, come il vaccaro e il massaro, rievocando in questo modo la transumanza. A Sant’Antonio vengono affidati i campanacci benedetti che, agitati con forza, scandiranno i momenti salienti della sfilata, come quando i tori scappano dal controllo del massaro per inscenare l’accoppiamento con le vacche.
Il Carnevale del Rumita di Satriano di Lucania (Potenza)
Ogni anno a Carnevale il borgo di Satriano di Lucania diventa una grande distesa verde per l’invasione pacifica di centinaia di Rumita che prendono parte alla Foresta che cammina. Una tradizione antica che affonda le sue radici nel passato agropastorale di questo paese in provincia di Potenza: il rumita (eremita) è un uomo vegetale, un albero vagante che gira per le strade strusciando il fruscio (un bastone con all’apice un ramo di pungitopo) sulle porte delle case. Chi riceve la sua visita rispetta il suo silenzio e in cambio di un buon auspicio gli dona qualcosa. Oggi i giovani di Satriano, attraverso la tradizione del rumita, lanciano un messaggio ecologista universale che punta a ristabilire un rapporto antico con la terra per rispettare gli uomini e le donne che la abiteranno in futuro.