I giganti riemersi dalla terra possono riscrivere l’intera storia del Mediterraneo. Siamo a Cabras, nel cuore del Sinis, un tratto della provincia di Oristano ricco di paesaggi e tesori naturalistici e artistici: un territorio abitato dall’uomo sin dal Neolitico. E proprio a quel periodo risalgono “I giganti di Mont ‘e Prama”, straordinarie sculture rinvenute in frammenti tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta; per caso, lavorando la terra, alcuni contadini consentirono uno dei ritrovamenti più importanti del millennio: le monumentali statue – che appaiono in posizione eretta e superano i 2 metri di altezza – rappresentano infatti la manifestazione di una civiltà che non ha uguali in tutto il bacino occidentale del Mediterraneo, proiettando una nuova luce sull’arte e la cultura delle popolazioni che allora abitavano la Sardegna. Si tratta di un insieme straordinario di frammenti statuari in pietra di epoca nuragica che raffigurano arcieri, guerrieri, pugilatori e modelli di nuraghe.
Nel Museo civico “Giovanni Marongiu” di Cabras, inaugurato nel 1997, è esposta una selezione di statue maschili, sei in totale (tre pugilatori, due arcieri e un guerriero), oltre che quattro modellini di nuraghe. Caratteristica comune alle statue è la resa del volto e in particolare degli occhi: due cerchi concentrici, insieme ad una fronte prominente che scende su un naso stilizzato, rendono lo sguardo delle statue magnetico e trasformano la visita in un’esperienza difficile da dimenticare. Per quanto riguarda la loro datazione, gli studiosi si confrontano su due ipotesi cronologiche: una prima che colloca le statue intorno al VII a.C., un’altra che si spinge fino alla fine del primo millennio a.C. Ma grazie alle più moderne tecnologie, i visitatori del Museo possono percorrereun viaggio virtuale che consente di esplorare tutto il complesso scultoreo di Mont’e Prama, all’interno del quale sono state rinvenute in tutto 28 statue maschili, di cui 16 pugilatori, 6 arcieri, 6 guerrieri. Ma il Museo di Cabras custodisce numerose altre testimonianze di questo territorio ricco di fascino e misteri, a partire dalla preistoria e fino al Medioevo, come i materiali provenienti dall’insediamento di Cuccuru is Arrius, che documentano le diverse fasi di occupazione del sito dal V millennio a.C. agli inizi del III millennio a.C.; l’età storica è invece ben rappresentata da reperti provenienti dall’antica città di Tharros, costruita dai Fenici su un preesistente villaggio nuragico e ampliata in senso urbano in età punica e poi romana, mentre molto suggestiva è anche la storia del relitto romano di Mal di Ventre, affondato nella prima metà del I secolo a.C. e ritrovato nel 1989.