Da Palombara Sabina alla scoperta dei castelli di questo splendido territorio tra le province di Roma e Rieti, famoso oggi per la sua natura incontaminata e per la produzione di un olio di oliva tra i più rinomati d’Italia, ma teatro un tempo di importanti avvenimenti storici testimoniati proprio da queste fortezze.
Un percorso che non può che iniziare dalle pendici dei Monti Lucretili e, in particolare, dal Castello Savelli che rappresenta il vanto di Palombara Sabina. Difficile, d’altronde, restare indifferenti davanti ai suoi ampi saloni, agli affreschi della scuola di Raffaello e alle antiche statue greche; meritano sicuramente una visita anche il Museo Archeologico, che ospita una splendida statua di Zeus risalente al I sec. a. C., il giardino pensile e “il soccorso”, una lunga galleria con 37 feritoie usata un tempo dai balestrieri per passare dal torrione alla rocca senza essere visti.
Non lontano da Palombara è possibile ammirare uno dei più considerevoli esempi di “castrum” longobardo: le rovine del Castiglione, che dominano da posizione panoramica una vallata dominata da fitti ulivi terrazzati. E sempre a pochi chilometri di distanza, ecco l’abitato abbandonato di Stazzano Vecchio, noto come uno dei “paesi fantasma” del Lazio, con il suo Castello Orsini; proseguendo in direzione di Farfa, a pochi chilometri dalla famosissima Abbazia sono visibili i ruderi di Roccabaldesca. Il viaggio tra i castelli della Sabina non può che chiudersi a Nerola e al suo castello in stile romanico-medievale, perfettamente conservato: difeso da un ampio fossato e da quattro ampi torri angolari, al suo interno si possono ammirare gli ampi saloni e si può godere di una vista mozzafiato sulla vallata circostante.