Fondata dai fenici, occupata dai punici, poi centro romano e bizantino Terralba è la cittadina del Campidano dove le “Vie del Natale” arrederanno il centro storico dal’8 al 23 dicembre, offrendo a tutti i visitatori la possibilità di vivere un momento in allegria in terra sarda. Si pensa sempre che i mercatini di Natale siano prerogativa del nord… ma no sarà così a Terralba.
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Un po’ di storia
Secondo la tradizione, Terralba nacque intorno al 1000 a.C. come villaggio di pescatori sulle coste dello stagno di San Giovanni. Il villaggio, chiamato Osea, fu però abbandonato a causa dei continui attacchi saraceni. La popolazione si spostò, nella vicina città di Neapolis, di fondazione fenicia e in seguito romana, che fu abitata fino al periodo bizantino, quando fu conquistata dai saraceni. Gli abitanti, decisero allora di spostarsi verso l’interno e nel 1017 fondarono Terralba. Il toponimo odierno compare per la prima volta nel 1102, mentre il termine Terra Alba, per indicare questa città è già presente nel 1048.
Cosa vedere a Terralba
La Cattedrale San Pietro Apostolo
Facciata in pietra concia con linee neoclassiche e barocche nei raccordi. Campanile integrato a lato con cupola ottagonale. Interessante la concia incerta delle pietre delle pareti laterali di colorazione scura. Interno finemente decorato e affrescato specialmente nelle volte.
Nella cattedrale sono custoditi capitelli provenienti da Neapolis e recuperati dalla demolizione dell’abside della precedente cattedrale del 1144. Sono inoltre conservati il fonte battesimale del 1626, il pulpito ligneo del XVII secolo ed una preziosissima croce argentea spagnola. Risalgono al XVII anche le statue lignee di san Pietro, della Madonna del Rosario e della Madonna del Rimedio.
Torre costiera di Marceddi
Si tratta di una delle tante torri di avvistamento e difesa del periodo Aragonese. La particolarità di questa torre è che aveva un accesso sopraelevato a 3,7 metri, al quale si accedeva attraverso una scala esterna in legno. Un ingresso a piano terra, ormai murato, venne aperto durante la seconda guerra mondiale.
L’origine del nome deriva quasi certamente dalla locuzione latina “fundus vel praedium Marcellini”, ovvero fondo o predio di Marcellino», cioè di un ricco proprietario romano, la cui esistenza è documentata da alcune iscrizioni rinvenute in Sardegna.
La storia del borgo ha inizio nel neolitico antico, quando i popoli volevano accaparrarsi la preziosa ossidiana, nota anche come “oro nero”, abbondante sul massiccio del monte Arci. Nei pressi di sa Punta de Caserma, recenti scavi hanno riportato alla luce un villaggio risalente al neolitico e un’officina ossidianica. Questo ritrovamento fa pensare che a Marceddì fosse attivo un vero e proprio scambio di merci di questo vetro vulcanico.
Nel corso dei secoli il territorio è stato la culla delle più famose civiltà mediterranee, da quella nuragica a quella romana, da quella punica a quella ottomana, senza dimenticare la sua fondamentale funzione di rifugio per i vascelli inglesi.
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