Dal 7 al 9 agosto Colli sul Velino si trasformerà in un grande ristorante a cielo aperto nel quale le massaie locali serviranno pappardelle al sugo di cinghiale, gnocchi al castrato, stufato di cinghiale, carni alla brace, patatine fritte, crepes e tante altre specialità: il curioso nome della manifestazione, “Ode all’aper”, richiama alla leggenda della zona esatta in cui, durante una battuta di caccia, un patrizio reatino avrebbe abbattuto il suo primo cinghiale (che in latino si chiama appunto “aper”). Il 9 agosto, poi, il divertente Palio della Padella riaccenderà la rivalità fra le Contrade e i paesi del circondario: i “cavalieri” dovranno colpire, con una canna di bambù o un manico di scopa, la padella fissata all’estremità del braccio teso di un fantoccio di legno girevole!
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Cosa vedere
A Colli sul Velino è possibile ammirare i resti archeologici della villa del nobile romano Quinto Assio, già nota con il nome di “Terme di Rea Silvia”, i ruderi della Torre di Morro Vecchio, la settecentesca fontana con lavatoio, l’Antica Chiesa di Santa Maria Maddalena (XII secolo) e la più recente Chiesa, sempre dedicata alla Santa Patrona del paese (1818), arricchita dalle opere del pittore Franco Bellardi.
Nei dintorni
Chi è alla ricerca di relax può trovarlo sulle sponde del lago di Ventina, a due passi dal centro, o sulle rive del fiume Velino, ben visibile dal paese. Meritano una visita anche i borghi della zona come Greccio, Rivodutri e Cantalice.
Come arrivare
Da Nord: rendere l’autostrada del Sole A1, uscire in direzione Orte, seguire direzione Terni, attraversare Terni e proseguire seguendo le indicazioni per Colli sul Velino. Da Sud: Immettersi sull’autostrada del Sole A1, uscire in direzione Fiano Romano, prendere la SS 4 Salaria in direzione Rieti, attraversare Borgo Santa Maria e continuare seguendo indicazioni per Colli sul Velino. Da Rieti: Prendere la SS 79, attraversare Quattro Strade e svoltare sulla SP 4 per Colli sul Velino.
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Dalla Festa del cinghiale al Palio della Padella, tre giorni all’insegna della buona cucina e dell’allegria con un unico, grande obiettivo: rivivere il clima tipico di festa degli ambienti contadini di due secoli fa, dove i mezzi a disposizione erano pochi ma non mancava mai la voglia di divertirsi! Dal 7 al 9 agosto Colli sul Velino, antico borgo della provincia di Rieti tra la Valle Santa e la vallata del Lago di Piediluco, si trasformerà in un grande ristorante a cielo aperto nel quale le massaie locali serviranno pappardelle al sugo di cinghiale, gnocchi al castrato, stufato di cinghiale, carni alla brace, patatine fritte, crepes e tante altre specialità: nell’ambito dell’attività di promozione delle produzioni della zona, infatti, dal pane cotto a legna alla pasta fresca fino all’olio extra vergine di oliva DOP, la gran parte delle materie prime proposte saranno rigorosamente a “chilometro zero”.
E persino il curioso nome della manifestazione, “Ode all’aper”, rappresenta una sorta di viaggio all’indietro nel tempo: “aper”, infatti, in latino significa proprio “cinghiale” e la leggenda narra che la prima fortezza del paese di Labro (al quale Colli apparteneva come Colli di Labro) sarebbe sorta nella zona esatta in cui, durante una battuta di caccia, un patrizio reatino avrebbe abbattuto il suo primo cinghiale. E se venerdì 7 e sabato 8 agosto lo stand gastronomico aprirà alle ore 20 e ogni serata si concluderà con divertenti serate danzanti, ecco che il giorno successivo il tradizionale Palio della Padella – in collaborazione con la Banda musicale di Colli sul Velino e il Gruppo Majorettes New Diamonds di Rieti – riaccenderà la rivalità fra le Contrade e i paesi del circondario: Cantalice, Greccio, Labro, Rivodutri e la Contrada degli “Archeologi di Paduli di Monte Cornello”.
Lo svolgimento della gara è semplice ed essenziale, ma molto sentito. Le balle di fieno, opportunamente disposte, disegneranno un percorso circolare dove a turno i partecipanti schiereranno tre “atleti”, due dei quali traineranno un piccolo carro decorato con gli stemmi delle fazioni mentre il terzo, a bordo del carro, tenterà di colpire con una canna di bambù o un manico di scopa, la padella fissata all’estremità del braccio teso di un fantoccio di legno girevole: la Quintana, priva ovviamente di qualsiasi arma; in un coinvolgente tifo da stadio il maggior numero di centri comporterà la vittoria, decretata da tre giudici.
Chi volesse fermarsi qualche giorno in più in questo tratto incontaminato della provincia di Rieti non avrà che l’imbarazzo della scelta. A Colli sul Velino è possibile ammirare i resti archeologici della villa del nobile romano Quinto Assio, già nota con il nome di “Terme di Rea Silvia”, i ruderi della Torre di Morro Vecchio, la settecentesca fontana con lavatoio, l’Antica Chiesa di Santa Maria Maddalena (XII secolo) e la più recente Chiesa, sempre dedicata alla Santa Patrona del paese (1818), arricchita dalle opere del pittore Franco Bellardi. Merita una visita anche la Quercia monumentale di San Nicola (400 anni circa), mentre chi è alla ricerca di relax può trovarlo sulle sponde del lago di Ventina, a due passi dal centro, o sulle rive del fiume Velino, ben visibile dal paese.
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