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Per tre giorni la regina dei legumi poveri si riapproprierà del suo scettro: da ben 19 anni a Serra de’ Conti hanno deciso di raccontare il proprio passato attraverso la riscoperta della cicerchia, che per tanti secoli ha ricoperto un ruolo centrale nella cultura alimentare delle campagne marchigiane. E così anche quest’anno, dal 27 al 29 novembre, tornerà nel paese in provincia di Ancona l’appuntamento con la “Festa della cicerchia”; nello splendido centro storico di impianto duecentesco racchiuso da una cinta muraria spezzata da dieci torrioni – uno dei gioielli meglio conservati di tutte le Marche – prenderà vita una manifestazione che fonde sapientemente cultura del cibo, momenti di riflessione sulla biodiversità nell’agroalimentare, gioiosa convivialità e sereno benessere.
E pensare che la cicerchia, divenuta oggi elemento di identità delle terre del Verdicchio, fino a pochi anni fa era considerata un legume in via di estinzione. E’ stata la tenacia degli agricoltori di Serra de’ Conti a permettere la salvaguardia e la valorizzazione di un prodotto originario del Medio Oriente, già apprezzato dai Greci, che fu conosciuto e ampiamente utilizzato dagli Antichi Romani che la chiamavano “cicerula”. Nelle Marche, la cicerchia si semina tradizionalmente nel “giorno cento” dell’anno, ovvero all’inizio di aprile: un tempo, averla in dispensa costituiva una garanzia per l’imminente inverno perché ha un buon rapporto proteico – superiore del 30% a quelle dei ceci, del pisello e della lenticchia – ha pochi grassi e molti amidi.
Ma a sorprendere ancora oggi sono la sua versatilità in cucina e il gusto che riesce a regalare a moltissime ricette. Specialità da assaggiare, dal 27 al 29 novembre, nelle antiche cantine, nelle grotte, nelle locande e nelle osterie di Serra de’ Conti, che proporranno piatti a base di cicerchia e non solo: in tavola ci sarà tutto il meglio della tradizione marchigiana come zuppe, maltagliati, vincisgrassi, passatelli, pancotto, cresce di polenta, trippa alla canapina, scottiglia di cinghiale, coratellina d’agnello, fave in potacchio, guanciale saltato con aceto e salvia, ciambellone, vino di visciola, caldarroste e lupini, in un tripudio di colori e sapori, tutti da vedere, assaporare e condividere con ottime bottiglie di Verdicchio delle aziende locali. L’artigianato tradizionale metterà in mostra lavori in legno e in vimini, pizzi e merletti, cucito e ricami, terrecotte e lavorazioni in vetro insieme ai prodotti gastronomici degli “agricoltori custodi”, dalla cipolla di Suasa alla favetta di Fratterosa, dai legumi di Appignano al miele, dalle tisane alle confetture, dal vino all’olio di oliva.
Anche in questa edizione non mancherà un ospite d’onore: i rappresentanti della Condotta Slow Food di Treviso porteranno a Serra de’ Conti il radicchio tardivo che potrà essere conosciuto, acquistato e degustato da tutti i partecipanti alla festa. In occasione della manifestazione si assegnerà anche il “Premio per la Biodiversità agroalimentare nelle Marche”, giunto alla decima edizione e istituito per far conoscere chi sul territorio regionale lavora quotidianamente per ridare centralità al cibo buono e pulito. Il ricco programma di eventi e intrattenimenti vedrà protagonisti artisti di strada, stornellatori e cantastorie che sfileranno per le vie del centro e si esibiranno agli angoli delle piazze. Per tre giorni, insomma, la “Festa della cicerchia” legherà storie e sapori, riportando alla memoria i valori del mondo contadino, facendo incontrare produttori locali con produttori di altre regioni in un clima gioioso tra le vie e i vicoli medievali, con l’obbiettivo di salvaguardare i prodotti locali a rischio di estinzione e promuovere le produzioni pulite e rispettose dell’ambiente.
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