Il ballo sfrenato delle Pantasime e la danza armata della Moresca: ovvero, come riscoprire una cultura millenaria che affonda le sue radici in un passato lontano. Passeggiando al contempo lungo le vie di un antico borgo per conoscere da vicino le tradizioni locali di uno dei luoghi più ricchi di storia della Valle del Turano. Sabato 26 settembre Paganico Sabino dedica un’intera giornata al progetto “Riti e Tradizioni”, un salto indietro nel tempo che sarà al contempo un percorso di conoscenza e di ricerca degli usi e costumi di una volta. La manifestazione, organizzata dal Comune e dalla Pro Loco di Paganico Sabino in collaborazione con la Provincia di Rieti e la Regione Lazio, prenderà il via alle 11 presso il Centro Sociale Diurno, dove saranno presentate due interessanti pubblicazioni: “Il ballo delle Pantasime – Rilievi su un antico cerimoniale della vita agreste di Paganico Sabino”, a cura di Enrico Bonanni, e “Rituali carnevaleschi a Paganico Sabino”, a cura di Anastasio Spagnoli.
Le Pantasime, fantocci costruiti su un telaio di canne intrecciate e rivestiti di carta colorata, da tanti secoli entrano in scena a tarda notte, a conclusione delle feste: sorrette al loro interno da abili ballerini, continuano la loro danza nonostante sia dato loro fuoco. La festa termina con l’espulsione degli spiriti maligni e le pantasime bruciano inermi divorate dal fuoco purificatore.
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Fra i rituali carnevaleschi spicca invece la Moresca, la forma più semplice del dramma epico che deriva direttamente dai riti primaverili. Sempre nella giornata di sabato 26 settembre, alle 18.30 in piazza Vittorio Emanuele, è in programma la rappresentazione storica della Moresca di Paganico Sabino che riproporrà, opportunamente rivisitata nella coreografia, nella scenografia e nei costumi, la rappresentazione storica tradizionale del periodo carnevalesco, con i testi originali recuperati. All’interno del caratteristico centro storico del borgo, 12 cristiani e 12 mori, al cospetto della Regina e del Re, si fronteggeranno a suon di versi in una contesa, originariamente strutturata come danza armata.
Partendo da un fatto storico realmente accaduto come l’occupazione Moresca dei territori dell’Italia Centro-Meridionale, la rappresentazione promuoverà i valori dell’accettazione reciproca fra diverse culture e tradizioni e della pacifica convivenza tra i popoli.
Nel corso dell’intera giornata, infine, saranno esposti presso il Centro Diurno alcuni bozzetti sulla “Moresca” e le “Pantasimette” realizzati da Lorenzo Fabriani e Mauro Mattei.