Secondo la mitologia greca fu Demetra a donare all’uomo i cereali, in modo particolare il frumento da cui si ricava la farina per la panificazione. Già ai tempi dello storico Diodoro Siculo, vissuto ai tempi dell’imperatore Augusto, la Sicilia era considerata la patria legittima del grano: nell’isola, infatti, cresceva spontaneamente il triticum villosum che attraverso la coltivazione si sarebbe trasformato nel triticum sativum usato per la panificazione.
A Ramacca, nel Catenese, dei quasi 25.000 ettari di superficie agraria del territorio comunale, ben 15.000 sono interessati alla coltivazione del grano con una produzione complessiva media annua di quasi 600.000 quintali. Il grano duro utilizzato oggi per la panificazione è però frutto di selezioni sperimentate nel corso dei secoli e, con un certo grado di scientificità, agli inizi del ‘900, al fine di ottenere elevate produttività, anche con climi aridi come quello siciliano, e farine sempre migliori.
Grazie alla natura dei terreni, al clima ottimale ed alla laboriosità dei coltivatori, nella contrada Margherito di Ramacca negli anni ‘20 si mise a coltura un tipo di grano duro resistente alla siccità, di alto stelo, varietà che prese il nome dalla contrada stessa e che è annoverata ancora oggi tra i frumenti migliori. Ma, come dicono saggiamente gli agricoltori, ogni terreno ha il suo frumento. E con tenacia e lungimiranza durante gli anni ’30 del secolo scorso programmi di miglioramento genetico avviati dal Prof. U. De Cillis portarono alla sperimentazione di diversi incroci per creare frumenti sempre più adatti alla pastificazione e alla panificazione. La varietà “Russello”, dalla elevata produttività, sintesi della sua resistenza alle malattie ed avversità ambientali, e all’adattabilità ai vari terreni. La “Timilia”, varietà pregiata per la sua buona resa alla molitura e forza della farina, si distingueva come un grano primaverile precoce. La “Capeiti” varietà precoce coltivata su vasta scala, di taglia bassa e dalla farina dolce e bianchissima. Infine il “Sen. Cappelli”, diffuso largamente in Sicilia, principalmente in provincia di Catania dove viene chiamato appunto anche “Margherito” o “Bidì”. La farina derivata dalla macinazione di questo grano, di alta qualità nutritiva, impastata a mano con lievito naturale e acqua di fonte, cotta nel forno in pietra sapientemente riscaldato a legna, diede origine a un pane di straordinaria dolcezza e compattezza per il quale ancora oggi il paese di Ramacca è famoso in Sicilia.