VALLE D’AOSTA
Foire de la Pâquerette a Courmayeur (Aosta)
Oggetti d’uso per la casa e il giardino in legno, sculture e oggetti decorativi in pietra, indumenti lavorati a mano: nella giornata di Pasquetta, tutto il centro di Courmayeur, nota stazione turistica della Valle d’Aosta, viene invaso da bancarelle che mettono in mostra tutto il meglio dell’artigianato locale. E’ possibile ammirare le opere dell’artigianato valdostano nel settore tradizionale ed equiparato: tra queste le sculture, gli oggetti intagliati, le opere eseguite al tornio, gli oggetti per la casa, i giocattoli, le opere in vimini e quelle in ferro battuto. Sono inoltre sempre presenti alcuni tra i più quotati artigiani della regione, a cominciare dai “big” delle Fiere di Sant’Orso di Aosta e Donnas che prendono posto con i loro banchi nella zona del Jardin de l’Ange. Durante la giornata non mancano infine i momenti dedicati all’intrattenimento.
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PIEMONTE
Processione della Macchina a Vercelli
Ogni anno a Vercelli, il Venerdì Santo, passano per le vie della città dei gruppi scultorei portati a spalla. E’ la magia della Processione della Macchina, che non è un mezzo a quattro ruote ma una statua di legno a grandezza naturale che viene portata in processione per le vie della città – illuminata solo dalla fiaccole – dai componenti delle antiche confraternite eusebiane con i loro costumi tipici. Le prime notizie sulla processione risalgono al 1759 quando, per volontà dell’allora arcivescovo Broglia, si decise di celebrare in maniera solenne la Passione di Cristo. Per i primi decenni, la Processione si svolgeva il Giovedì Santo ma, dal 1833 fu unita alle orazioni della Confraternita del Santissimo Crocifisso (che non esiste più), il Venerdì della Passione. E da, allora, è rimasta un punto fermo. La Processione delle Macchine è legata alla storia delle Confraternite (nei secoli passati numerosissime a Vercelli). Ognuna aveva una propria «macchina» (ovvero un gruppo statuario in legno policromo a grandezza naturale) a rappresentare il cammino verso il Calvario e la morte di Cristo.
Processione di Pasqua a Savigliano (Cuneo)
La Processione di Pasqua di Savigliano rappresenta uno dei momenti più suggestivi dei festeggiamenti di questo periodo nell’intera provincia di Cuneo. Il corteo parte e arriva davanti alla chiesa dell’Arciconfraternita del Cristo risorto di piazza Cesare Battisti, nel centro cittadino, e si sviluppa attraverso le vie storiche del Comune. La chiesa della Pietà – come viene solitamente chiamata dai saviglianesi – viene addobbata con preziosi arredi settecenteschi, e i visitatori possono ammirare gli affreschi e le pitture in tutto il loro splendore, grazie alla particolare illuminazione rinnovata pochi anni fa. La Processione ha sempre un prologo liturgico durante la Messa della mattina la mattina, con la suggestiva cerimonia dell’ascensione della statua di Gesù Cristo Risorto – opera dello scultore Plura – che, mediante un ingranaggio veiene innalzata al di sopra dell’altare centrale tra sottofondi musicali, canti e sfavillio di luci.
Mangià an Munfrà a Cerrina Monferrato (Alessandria)
Festeggiare la Pasquetta con una passeggiata enogastronomica a tappe fra le colline del Monferrato. L’occasione la dà, ogni anno, la “Mangià an Munfrà” di Cerrina, piccolo paese in provincia di Alessandria. Il percorso di circa 12 km, partendo da Cerrina, raggiunge il Santuario dell’Addolorata e Case Bolli, poi la frazione di Rosingo per immergersi nel bosco e affiancare il Monte Favato, che, con i suoi 452 metri s.l.m., è uno dei colli più alti del circondario. Il tragitto porta poi al piccolo borgo di Santa Maria e a Montalero. Il percorso si chiude al punto di partenza, nella piazza del Municipio, dove la festa si conclude a suon di musica e a passo di danza. I partecipanti possono insomma immergersi a pieno nel paesaggio monferrino, tra colline boscose e ampi panorami, e nelle diverse tappe la degustazione dei piatti tipici piemontesi viene accompagnata da tanta buona musica.
Festa delle erbette a Muzzano (Biella)
Un’occasione per trascorrere una giornata in compagnia in una delle valli più belle del panorama biellese: è quanto propone la Festa delle Erbette, in programma nel giorno di Pasquetta nella frazione Bagneri di Muzzano, paesino in provincia di Biella situato nelle vicinanze del Santuario di Graglia. Il programma prevede il ritrovo nella mattinata di lunedì a Bagneri, con la Santa Messa nella Chiesa parrocchiale; la giornata prosegue con l’aperitivo e il pranzo organizzato dai volontari dell’associazione “Amici di Bagneri”, che da anni si impegna a mantenere viva la comunità dei suoi pochi abitanti: un pasto a base di frittata di erbette, stuzzicanti antipasti, i buoni salumi e i formaggi della Valle Elvo, per concludere con la classica colomba pasquale. Nel pomeriggio si va invece alla scoperta di questo piccolo borgo della Valle Elvo, con una visita guidata dell’ecomuseo della civiltà montanara dedicato alla falegnameria e alla vecchia scuola.
Fiera degli Antichi Mestieri a Conzano (Alessandria)
Da più di 20 anni, una mostra mercato interamente dedicata all’artigianato artistico e tipico: è la Fiera degli Antichi Mestieri di Conzano, immancabile appuntamento della Pasquetta in provincia di Alessandria. La fiera del borgo monferrino celebra le varie declinazioni della manualità e dell’ingegno proponendo a visitatori, appassionati e curiosi non solo produzioni artigianali ma anche spettacoli d’arte, di strada e perle dell’enogastronomia locale. Numerosi espositori provenienti da diverse regioni d’Italia invadono piazze, vie e cortili del centro storico con un lungo susseguirsi di colorati stand colmi di prodotti; particolarità dell’evento è che ogni espositore non si limita ad esporre le proprie creative creazioni, ma trasforma il proprio stand in un laboratorio all’aria aperta per mostrare al pubblico il meticoloso lavoro che si cela dietro l’oggetto finito.
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LOMBARDIA
Processione del Venerdì Santo a Vertova (Bergamo)
In Lombardia una delle processioni più interessanti è quella che si svolge il Venerdì Santo a Vertova, in provincia di Bergamo: viene riproposta per le strade della città la Via Crucis con figuranti in costume che sfilano per le vie del centro. L’origine della processione risale alla prima metà del Cinquecento. Il corteo penitenziale, da quanto si legge nei manoscritti, era rappresentato da un disciplino, ricoperto di tunica rossa, incappucciato. La processione è rimasta pressoché invariata dal 1730 ad oggi con la rievocazione della “Deposizione di Cristo dalla Croce” che precede la grande processione con i vari figuranti in costume. Al rituale partecipano numerosi personaggi: i Confratelli del Santissimo Sacramento, le “Torce”, le “Lanterne”, le “Picche” con le alabarde, il drappello di soldati romani, che partecipano anche alla processione per le vie del paese
Apertura dei Sacri Vasi di Mantova
Anche l’Italia ha il suo “Sacro Gral”, e si nasconde nella splendida Mantova. Nella Basilica di Sant’Andrea, infatti, sono custoditi i Sacri Vasi, due coppe nelle quali il soldato Longino, ai piedi della Croce, avrebbe raccolto la terra intrisa del sangue di Cristo. L’autenticità della reliquia è stata validata più volte dalla Chiesa nel corso dei secoli. Ogni anno, nel pomeriggio del Venerdì Santo, vengono aperti i forzieri che racchiudono i due preziosissimi calici: un complesso meccanismo di 12 serrature e altrettanti chiavistelli protegge i Sacri Vasi dai tentativi di furto. I chiavistelli vengono custoditi dalle più alte cariche statali ed ecclesiastiche e solo alla presenza di costoro è possibile aprire una dopo l’altra le serrature dei forzieri. I Sacri Vasi vengono esposti all’adorazione dei fedeli e la sera sono portati in processione, per poi rientrare nella cripta sotterranea della basilica per essere riposti e accuratamente richiusi.
Maridà le pùte a Saviore (Brescia)
Sposare le nubili. Questo significa, nel dialetto di Saviore, “Maridà le Pùte”. Una manifestazione che, dopo una pausa durata più di trent’anni, nel 2006 ha ripreso vigore e si ripropone come da tradizione ogni Venerdì Santo. Dalle ore 21 due gruppi di uomini, uno dal “Dòs Merlì”, sul sagrato della chiesa parrocchiale, un altro dalle “Rumine” nella parte alta del paese danno vita ai “matrimoni impossibili del venerdì santo”. Si tratta di un’antica forma di teatro rituale con formule canoniche, legate alla stagione che sta per arrivare, che vengono gridate e ripetute tra i due gruppi prima dell’annuncio degli “accoppiamenti” e sono seguite da suoni di corni, conchiglie ed altri strumenti tradizionali. Quello che può apparire come una profanazione del momento più drammatico e luttuoso del mondo cristiano, è invece una manifestazione di autonomia culturale e di legame con l’origine della comunità saviorese affondata nei secoli e nei millenni che hanno preceduto l’affermazione del Cristianesimo.
I Pasquali di Bormio (Sondrio)
E un rito di origini antichissime, che a partire dalla prima metà del ventesimo secolo ha assunto caratteri di spettacolarità tali da attirare una quantità di pubblico notevole: sono i “Pasquali” di Bormio, paese in provincia di Sondrio. La mattina di Pasqua, i giovani della nota località sciistica vestono i costumi tradizionali e portano i Pasquali in sfilata: si tratta di portantine, preparate durante tutto l’inverno, in cui l’elemento religioso e quello artigianale si fondono per creare delle vere e proprie opere d’arte. Alla sfilata lungo le vie del paese non prendono parte solo i “pasqualisti” ma anche donne, anziani e bambini, tutti in costume tipico. I carri restano poi esposti in piazza del Kuerc fino al tardo pomeriggio di Pasquetta, per poter essere ammirati da turisti e curiosi.
Mercatino di Pasquetta a Morimondo (Milano)
Il meglio della produzione enogastronomica del Pavese, della Lomellina, dell’Oltrepò e dell’Alessandrino in mostra sullo sfondo dell’Abbazia cistercense di Morimondo, lungo il viale che parte da piazza San Bernardo. Il Mercatino di Pasquetta è un evento che torna puntuale ogni anno e che permette ai visitatori di assaggiare delizie come il salame di Varzi, i vini Doc dell’Oltrepò Pavese, i formaggi tipici, il riso, il miele, il salame ed il patè d’oca della Lomellina; e ancora salse, funghi, marmellate, specialità dolciarie tra cui le offelle di Parona; la pasta fresca, pasticceria e pralineria al cioccolato, grappa, liquori, succhi di frutta e birra artigianale, con la presenza fissa dei produttori di formaggio di capra della Val Staffora. Per i più curiosi non manca mai la possibilità di degustazioni, pranzo in locanda e visite guidate al complesso monastico inserito nel Circuito “La strada delle Abbazie”.
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VENETO
La passione di Cristo a Revine Lago (Treviso)
E’ una delle rappresentazioni più suggestive ed emozionanti della Passione di Cristo, non fosse altro che per lo scenario naturale ed unico, una sorta di grande “teatro a cielo aperto”, nella quale si svolge. Messa in scena per la prima volta nel 1929, la passione di Cristo a Revine Lago è stata riproposta da qualche anno e narra gli ultimi momenti della vita di Gesù: l’ultima cena, l’orto degli ulivi, il processo religioso, il tradimento, il calvario. Il tutto si svolge nel sagrato della Chiesa arcipretale di S. Matteo, poi assieme ai soldati e al corteo dei figuranti si segue in processione Gesù sulla via che lo conduce al “Calvario” salendo fino alla chiesa di San Francesco da Paola in un suggestivo scenario serale.
La Via Crucis a Gallio (Vicenza)
Una forma antica di Sacra Rappresentazione, che ogni anno rievoca i momenti più significativi della Passione di Cristo, valorizzati da notevoli espressioni artistiche e da canti particolari. E’ la Via Crucis di Gallio, sull’Altopiano di Asiago (Vicenza), dove il Venerdì Santo viene organizzata Grande Processione durante la quale la Croce viene portata per le strade del paese illuminate con lumi e fuochi tra suggestivi canti popolari. Grande partecipazione arriva ogni anno dai bambini del paese, che interpretano la Via Crucis vestendosi con gli abiti caratteristici dell’epoca.
Palio del Recioto a Negrar (Verona)
Ha più di 60 anni di vita ma non li dimostra affatto: ogni anno il Palio del Recioto attira a Negrar migliaia di visitatori nel fine settimana pasquale. E così, anche nel 2017, saranno numerosissimi i chioschi dove poter assaggiare il vino tipico del territorio, e dove potersi intrattenere con i vari spettacoli di musica e di folklore previsti dall’organizzazione della manifestazione. Considerando l’importanza del vino in questa zona d’Italia, il Palio del Recioto è molto sempre molto seguito, anche grazie alla consueta premiazione del concorso enologico.
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FRIULI-VENEZIA GIULIA
La Sacra Rappresentazione del Venerdì Santo a Erto (Pordenone)
Con ogni probabilità si tratta di una delle più antiche rappresentazioni di Via Crucis del Friuli-Venezia Giulia. La peste bubbonica del 1631 stava mietendo vittime nella Valle del Piave e il vicino Cadore temeva la stessa sorte, sorte che non si fece attendere più di tanto. Secondo voce di popolo fu risparmiata dall’epidemia Erto, perché i suoi abitanti fecero voto solenne di celebrare ogni Venerdì Santo con una suggestiva processione in costume. Per mantenere la parola data, ancora oggi la Via Crucis viene realizzata da comparse originarie di Erto, vestite con abiti romani, e annunciata nei giorni precedenti dal rullo dei tamburi dei “Tamburins”.
Il “Tir des cidulos” di Forni Avoltri (Udine)
“Incidulino incidulado, chesto cidulo e ven e ven insenetado, in onuor di San Jusef e del Madono……e ven e ven inemorado!”. E’ questa la formula magica che dà via al lancio delle rotelle di legno infuocate che serve da porta fortuna per la coppia che viene nominata, un’antica usanza di origine celtica che prende vita ogni anno a Pasqua a Forni Avoltri. Un tempo il lancio rappresentava l’occasione, soprattutto per i ragazzi particolarmente timidi, di far sapere all’amata del loro interesse La giornata dedicata a questo rito era tradizionalmente il giorno di San Giuseppe, 19 marzo, mentre da alcuni anni a questa parte il lancio avviene la sera di Pasqua.
La Pasquetta sui Bastioni di Palmanova (Udine)
La città fortezza, rinomata per avere una pianta topografica a forma di stella con nove punte, organizza per il Lunedì dell’Angelo una giornata nel Parco storico dei Bastioni con figuranti in abito storico, visite guidate alle fortificazioni, ristori con piatti tipici, gite in carrozza, percorsi in bici e giochi sul prato per i bambini. Un’ottima occasione, insomma, per trascorrere la giornata di pasquetta all’aria aperta in uno dei luoghi più suggestivi della regione, famoso per la cerchia dei suoi bastioni.
Pasquetta sul Monte Quarin a Cormons (Gorizia)
Tra storia, enogastronomia e tradizione, ogni anno a Pasquetta il gruppo degli alpini organizza a Cormons una giornata davvero particolare. Un’occasione per curiosare tra i chioschi ricchi di prodotti enogastronomici del territorio goriziano e per assistere a intensi momenti come l’alzabandiera, la S. Messa nella chiesa della Beata Vergine del Soccorso e il rancio con gli alpini provenienti da tutte le Regioni del Nord. A disposizione dei partecipanti c’è un bus navetta che parte dal centro della cittadina e li conduce fino alla cima del Monte Quarin, ma i più sportivi non rinunciano mai alla camminata lungo la salita, uno splendido itinerario in mezzo a una natura incontaminata.
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LIGURIA
Il sepolcro di Gesù a Ceriana (Imperia)
Nel suggestivo borgo di Ceriana le antiche tradizioni polivocali sacre, combinate con la suggestiva presenza delle antiche cappe “processionali” e dei teneri vestitini bianchi degli “angioletti”, rappresentano gli elementi essenziali di un evento pasquale fra i più suggestivi di tutta la Liguria. Il giovedì si svolge la tradizionale “fabbricazione” dei corni di corteccia di castagno, mentre in serata, dopo la solenne celebrazione della Messa in “coena domini”, le confraternite si recano in preghiera davanti all’altare di reposizione, il Sepolcro, per intonare il Miserere e le antiche lodi penitenziali. Il Venerdì Santo, lungo le vie del paese, si snoda la processione degli angioletti e delle confraternite, caratterizzata dal canto dei salmi polifonici; l’appuntamento si chiude con la distribuzione delle frittelle di fagioli e bietola, antico nutrimento della Passione.
Via Crucis a Zuccarello (Savona)
In un borgo medievale di grande fascino, illuminato dalle sole torce infuocate, va in scena il Venerdì Santo una delle rievocazioni più suggestive di tutta la Liguria. E’ la Via Crucis di Zuccarello, nell’entroterra del Savonese, dove la processione viene accompagnata dai suggestivi suoni che un tempo erano prodotti utilizzando conchiglie, cortecce di castagno e raganelle. La storia narra che i giovani del paese per disturbare la funzione, si appostassero sulle alture del borgo ed emettessero i caratteristici suoni monotono di trombe di castagno, realizzate dalla corteccia degli alberi. Le tre Croci verranno posizionale sul sentiero che dal borgo conduce al Castello di Ilaria ed il percorso permetterà di raggiungere il “Calvario”, che comunque sarà visibile anche dal borgo.
Mostra mercato dell’olio d’oliva a Moneglia (Genova)
Un percorso guidato a tema alla scoperta della storia della produzione olearia della provincia di Genova: è la Mostra mercato dell’olio d’oliva di Moneglia, famosa in tutta la Liguria per il suo “oro liquido del Mediterraneo”. Fin dal Medioevo, infatti, questo territorio era caratterizzato da una buona produzione di olio d’oliva, che a partire dall’Ottocento è stato insignito di diversi premi proprio per le sue qualità apprezzate nel tempo. Nel pomeriggio è in programma un’escursione guidata nel verde, tra olivi e terrazzamenti, fino alla località Facciù, dove sarà possibile visitare il frantoio moderno e un altro frantoio, più antico, che fino a poco tempo fa operava con il sistema tradizionale di molitura e frangitura; non mancherà poi una dimostrazione di pesto al mortaio, preparato secondo il metodo tradizionale e nel pieno rispetto delle qualità organolettiche sia del basilico sia dell’olio d’oliva. L’itinerario darà insomma l’opportunità di scoprire non soltanto le caratteristiche del territorio di Moneglia, ma anche le qualità del suo prodotto più apprezzato.
Sagra delle focaccette di Recco (Genova)
In occasione della Sagra delle Focaccette, che si svolge ogni anno nel giorno di Pasquetta e la domenica successiva a Megli, una piccola frazione del comune di Recco, tutto il paese si mobilita per preparare le famose focaccette col formaggio. Si tratta di uno dei piatti più amati e conosciuti di tutta la Liguria: le focaccette sono gustose frittelle salate, con una sfoglia croccante e sottile, ripiene di formaggio-stracchino e fritte nell’olio bollente. Durante le due giornate della sagra, vengono preparate e confezionate in piazza dai volontari circa 3.000/3.500 focaccette. Le focaccette, per la preparazione delle quali occorrono circa 400 chili di farina, vengono cotte in un padellone di circa 2,00 m. di diametro, visibile al pubblico dei partecipanti alla festa. Le focaccette possono essere gustate come piatto unico oppure possono essere servite come antipasto e si accompagnano alla perfezione con un bicchiere di vino bianco, magari un Vermentino ligure.
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EMILIA-ROMAGNA
Via Crucis a Frassinoro (Modena)
Con l’Alto Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ogni tre anni, nella giornata del Venerdì Santo, a Frassinoro si rinnova la Via Crucis Vivente: la rievocazione mistica della Passione e Morte di Gesù Cristo, interpretata con immagini statiche: sono i pellegrini ed i visitatori a sfilare in processione lungo il tracciato, illuminato da una calda fiaccolata e ad ammirare l’allestimento dei quadri raffiguranti le Stazioni. L’intero paese si trasforma in un teatro nel quale vanno in scena le 14 stazioni, assieme all’iniziale quadro di “Gesù nell’orto degli ulivi”. Il Comitato e i Capi Stazione cominciano a lavorare all’organizzazione della manifestazione con molti mesi di anticipo, affinché ogni edizione sia all’altezza della tradizione.
Via Crucis a Montegridolfo (Rimini)
Montegridolfo è un magnifico borgo restaurato che si trova nella Valconca, in provincia di Rimini, a un passo dalla regione Marche. Qui ogni anno, la sera del Venerdì Santo, prende vita la rievocazione della via Crucis con costumi d’epoca nello splendido scenario del Castello medievale e della Chiesa di San Rocco, situata ai piedi delle mura del Castello. L’evento, con la sola luce delle torce che rende l’atmosfera raccolta, vede impegnate oltre 50 comparse che si fermano nelle varie tappe disseminate durante il percorso della via Crucis. L’evento coinvolge dal punto di vista emotivo tante persone non solo di Montegridolfo, ma provenienti anche dai paesi vicini e dalla regione Marche.
La processione dei Giudei a Pennabilli (Rimini)
La processione dei Giudei a Pennabilli è una tradizione che affonda le sue radici in un passato lontanissimo. Il cammino del Venerdì Santo prende vita nel borgo medievale illuminato da lampioncini, parte dalla Chiesa della Misericordia – aperta per l’occasione – e giunge fino al monastero delle Suore Agostiniane, arroccato sulle alture della Rupe in un’atmosfera davvero solenne e suggestiva creata da fuochi e fiaccole. Assieme ai fedeli, partecipano alla processione 70 figuranti in costumi romani d’epoca: i soldati, le pie donne, il Cireneo, gli incappucciati, e il Cristo oppresso dal peso della Croce formano il corteo che viene aperto dai soldati romani in marcia al rullo dei tamburi. La processione è anche un’occasione unica per visitare la chiesa della Misericordia, al cui interno è custodita la seicentesca Pietà in cartapesta policroma, che tradizionalmente viene condotta in processione dalle Confraternite.
Sagra della pié fritta a Fontanelice (Bologna)
La festa si svolge ogni anno il Lunedì dell’Angelo con distribuzione fin dalle prime ore della mattina della gustosa “piè” accompagnato da salumi, formaggi e il Sangiovese, musica e passeggiate in calesse con il somarello Giulio. La “pié” altro non è che il diminutivo dialettale di piadina, fatta con farina, zucchero, sale, latte, acqua, olio e lievito: è buona da sola o accompagnata con salumi e formaggi preferibilmente teneri, ottima anche con miele e marmellata. Nella giornata di festa, saranno presenti oltre 60 bancarelle per il tradizionale mercato, il luna park e presso l’asinodromo (campo sportivo) saranno ospitati i tradizionali somari. Fontanelice è un piccolo borgo di 1900 abitanti nelle colline tosco romagnole. Sorge accanto al fiume Santerno nella verde vallata ricca di frutta (fragole, ciliegie, albicocche, pesche, mele, pere, marroni, uva, kiwi) e di ottimo vino. Il paese è associato alle Città del Vino e ai Comuni Fioriti è ricco di allevamenti bovini da carne di razza romagnola, di bovini da latte con produzioni artigianali di formaggi e di ovini.
Festa del Falò a Rocca San Casciano (Forlì-Cesena)
E’ una festa che affonda le sue radici nella notte dei tempi. Sarà anche quest’anno magica la notte che Rocca San Casciano dedicherà alla Festa del Falò. Lungo le sponde del fiume Montone, in un tifo da stadio, i due rioni il Borgo e il Mercato si sfideranno dando alle fiamme maestosi pagliai di ginestre, o meglio di “spini”, come vengono chiamati ancora oggi perché fino a qualche decennio fa venivano utilizzati rovi e sterpaglie. Dal pomeriggio cominceranno a radunarsi gli incaricati all’accensione dei due rioni, che studieranno le ultime strategie per ottenere la migliore accensione; quindi si passerà alla copertura del pagliaio con della paglia che servirà a favorire l’accensione. Lo spettacolo entrerà quindi nel vivo con il suono delle campane a festa che accompagnerà l’arrivo nell’argine del fiume dei due giovani tedofori con le fiaccole benedette dal sacerdote in chiesa. A fare da sfondo sarà un suggestivo spettacolo pirotecnico e la competizione continuerà con le sfilate dei carri allegorici e si concluderà con balli in piazza fino a notte inoltrata.
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MARCHE
La Turba a Cantiano (Pesaro e Urbino)
E’ senza dubbio una delle più particolari rievocazioni della Passione di Cristo di tutta la Penisola. La Turba di Cantiano trae le sue origini nel XIII Secolo tra le terre di Umbria e Marche, quando la popolazione invocava in strada la santa intercessione di Dio e della Madonna per porre fine a una vita di miseria, continue guerre e carestie: una “turba” di genti invocava la grazia di migliori condizioni di vita, implorando il perdono, invocando la pace e la fratellanza. La manifestazione, tra messe, canti e preghiere, sfilate e tamburi, prende vita in tutto il paese coinvolgendo gli attori, i cittadini e i turisti soprattutto nella fase di rivisitazione del processo e condanna di Gesù nella magnifica Piazza Luceoli, per poi concludersi con l’Ascesa al Calvario e la Resurrezione, dove vengono innalzate ed illuminate le tre croci vuote.
La “Bara de notte” a Porto Recanati (Macerata)
Ogni anno Porto Recanati celebra il Venerdì Santo con una processione suggestiva e particolare. Le origini della processione della “Bara de notte” sono da ricercare nelle sacre rappresentazioni medievali in cui si rievocava la vita dei santi o episodi della vita di Cristo, soprattutto la Crocifissione. Un gruppo di dodici pescatori scalzi, chiamati “sciabegatti” (da “sciabega” cioè “rete da pesca” in dialetto), percorre le stazioni della Passione portando la bara in processione: la peculiarità è data proprio da quest’ultima, una macchina di legno alta cinque metri i cui segreti di montaggio sono custoditi da un unico artigiano che li tramanda negli anni. Una seconda croce con una catena attorcigliata viene portata da tre pescatori incappucciati e scalzi, vestiti uno con una tunica nera e due con una tunica bianca, che rappresentano il Cristo e i due ladroni; a chiudere la processione ci sono la Madonna, San Giovanni e Maria Maddalena. La bara dalla chiesa di San Giovanni Battista prosegue fino alla piazza principale dove si tiene la benedizione dei lavoratori. Da qui, dopo la benedizione, ritorna alla chiesa di partenza dove viene smontata in attesa della processione dell’anno successivo.
La Processione del Cristo Morto a Cagli (Pesaro e Urbino)
La “Processione del Cristo Morto” di Cagli è legata alla Confraternita del SS.mo Crocifisso e San Giuseppe, eretta nel 1537. La processione parte nel tardo pomeriggio del Venerdì Santo e, partendo dal Duomo, si conclude di fronte alla chiesa di San Giuseppe con i due gruppi contrapposti dell’Addolorata da un lato e quella del Cristo dall’altra, ai piedi della grande croce tra le statue di San Giovanni e la Maddalena. Il simulacro del Cristo viene esposto alla devozione dei fedeli all’interno della chiesa, dopo essere stato adagiato sotto un antico pregevole baldacchino di tessuto nero con i simboli della Passione ricamati con argento filato.
Il Cavallo di Fuoco a Ripatransone (Ascoli Piceno)
Il Cavallo di Fuoco è una delle manifestazioni folkloristiche e pirotecniche più antiche e singolari d’Italia che anima dal lontano 1682 Ripatransone, splendida cittadina del Piceno. In ricordo di quanto successe il 10 maggio di quell’anno, data dell’incoronazione della Madonna di San Giovanni a Patrona della Città e della Diocesi, i Ripani si trovano ogni anno – nella sera della Domenica in Albis – a rievocare un evento che è molto di piú di un semplice fuoco d’artificio. Oltre 320 anni fa, un artificiere a cavallo accidentalmente esibì i suoi fuochi nella piazza principale del borgo; l’evento colpì così tanto gli abitanti da imprimersi nella memoria storica della città che ancora oggi rievoca l’avvenimento, unendo allo spettacolo pirotecnico serale la solennità dei festeggiamenti religiosi.
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TOSCANA
La Processione dei Crocioni a Castiglione di Garfagnana (Lucca)
La particolare rappresentazione ripercorre l’ascesa di Gesù al Calvario. Una volta si svolgeva il Venerdì Santo, ma ormai da tempo viene fatta la sera del giovedì. Il rito ha origine antichissime,
quasi ormai indefinite, tanto d’aver perso la precisa datazione della sua nascita, anche se un dato sicuro rimane dal momento che dagli archivi parrocchiali si evidenzia che sono almeno due secoli che l’Arciconfraternita del SS.Sacramento e Croce del Castello di Castiglione accompagna questa tradizione. Durante questo suggestivo rito, un penitente anonimo travestito da Gesù Cristo, con le catene ai piedi scalzi e la croce sulle spalle, percorre le vie del paese seguito dai fedeli, mantenendo l’anonimato per tutto il tempo della durata dell’evento, tanto da essere rinchiuso in un armadio dalla sera precedente e fino a notte fonda dopo la processione.
L’Antica Giudeata a Chianciano Terme (Siena)
Composta da circa 150 figuranti in rigoroso costume storico, l’Antica Giudeata è stata ideata nel 1985 dal parroco di Chianciano Terme, Don Carlo Sensani, insieme ad Antonello Betti e Luciano Pucello (Presidente dell’Istituto musicale Bonaventura Somma), riprendendo un’antica tradizione che non si è mai spenta e affonda le radici nelle sacre rappresentazioni seicentesche. Diversi sono i gruppi, ognuno dei quali evoca scene della passione di Gesù, dai Soldati Romani a cavallo a quello commovente del Cristo che porta la croce al Calvario, dalla Madonna accompagnata dalle Pie Donne al grande corteo di Ponzio Pilato con ancelle e dignitari. Vi sono anche il gruppo dei Senatori con la i figuranti che inscenano la corte di Erode Antipa, la moglie Erodiade e le sue ancelle. Precede la chiusura del corteo storico l’imponente Sinedrio con in testa il Gran Sacerdote Caifa, mentre in chiusura c’è il gruppo di figuranti con la Turba e il gruppo di Niccodemo.
Lo scoppio del carro a Rufina (Firenze)
Anche quest’anno il borgo di Rufina festeggia la Pasqua con il tradizionale scoppio del carro: l’appuntamento è fissato per sabato 16 aprile in piazza Umberto I, a partire dalle 23.30, con questo bellissimo spettacolo di fuochi e colori che illumina la notte del Sabato Santo e i primi minuti del giorno di Pasqua. Le origini di questa manifestazione risalgono al 1937, quando un gruppo di cittadini rufinesi inventarono un rudimentale “marchingegno” chiamato Berta (dal nome dell’attrezzo dei fabbri per schiacciare le barre di metallo incandescenti) che tramite un particolare procedimento faceva scoppiare un primitivo petardo. Nel 1946 la Berta divenne ufficialmente “lo Scoppio del carro” il “marchingegno” usato divenne sempre più sofisticato con la comparsa della “colombina” di carta pesta, accesa all’altezza dell’altare della Chiesa di San Martino, che grazie ai razzi arrivava verso il carro e, una volta accesi i fuochi e ripartiva per la chiesa.
Festa del cedro e Palio delle Botti a Bibbona (Livorno)
Il Lunedì di Pasqua il centro storico di Bibbona si anima per la Festa del cedro e il Palio delle Botti. Nel paese in provincia di Livorno viene allestito un grazioso mercatino di artigianato e prodotti tipici a partire proprio dal cedro, che in passato veniva offerto dalle giovani coppie al Vescovo Conte – come atto propiziatorio al fidanzamento – proprio in questo giorno. Nel pomeriggio si organizzano la tombolata in piazza, giochi, degustazioni e concerti, mentre in serata arriva il momento dell’attesissimo corteo con il tradizionale appuntamento del Palio delle Botti: i 5 rioni di Bibbona devono spingere delle pesanti botti su per le strette vie del borgo fino a Piazza Vittoria, per aggiudicarsi la corsa ed il Palio.
Sagra della sportella a Rio nell’Elba (Livorno)
Nel giorno di Pasquetta, all’Eremo di Santa Caterina a Rio nell’Elba, si organizza ogni anno un evento che attrae visitatori non solo dalla provincia di Livorno, ma anche da quelle limitrofe. E’ la Sagra della Sportella, il tipico dolce pasquale dell’isola che un tempo veniva donato dalle ragazze ai loro innamorati per suggellare il fidanzamento. Durante la giornata c’è sempre spazio per giochi, degustazioni e musica, mentre i giorni di Pasqua segnano l’inizio della nuova stagione per l’Orto dei Semplici elbano, luogo di tutela e valorizzazione della biodiversità dell’Isola d’Elba e dell’Arcipelago toscano.
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UMBRIA
La processione del Cristo Morto a Cascia (Perugia)
La processione del Cristo Morto di Cascia parte dalla Collegiata di Santa Maria lungo le vie della cittadina, illuminate per l’occasione con lumini e torce. Il grido lamentoso delle donne e degli uomini che all’unisono intonano il Miserere, e lo strisciare impetuoso delle catene che i penitenzieri, rigorosamente incappucciati, legano ai piedi nudi, per rendere ancora più aderente il loro incedere alla salita sul Golgota, sono gli unici squarci sonori di questa notte carica di misteri. Le stazioni della Via Crucis, dipinte su stendardi si drammatizzano, con la presenza di uomini e donne, che replicano il mistero dell’evento. Il feretro del Cristo morto, trasportato a spalla, segue i Penitenzieri, gli anonimi espiatori che nascondono il loro corpo ed il loro volto sotto vesti nere, quasi a volersi confondere con le tenebre della notte.
Rassegna della torta di Pasqua a Mantignana (Perugia)
In Umbria non c’è Pasqua che non veda le tavole imbandirsi dei piatti tradizionali del periodo. Tra questi, magari accompagnata da salumi, uova sode e un bicchiere di vino rosso, non può mancare la torta di Pasqua al formaggio, nelle sue infinite varietà tipiche di ogni più piccolo paese di provincia. Un ricco assaggio di questa intramontabile specialità regionale lo darà anche quest’anno la Rassegna della torta di Pasqua umbra in programma dal venerdì alla domenica nella frazione corcianese di Mantignana. La festa si inaugurerà il venerdì in concomitanza con l’apertura degli stand gastronomici dove si potranno degustare, come ogni sera, maltagliati con asparagi e pachino, penne alla boscaiola bianca, pappardelle al sugo di barbozzo, agnello scottadito o fritto, carciofi fritti, torta dolce e ciaramicola.
I Quadri viventi di Città della Pieve (Perugia)
Nel suggestivo scenario dei sotterranei di Palazzo Orca, la Domenica e il Lunedì di Pasqua, vengono rappresentati dal Terziere Borgo Dentro di Città della Pieve i Quadri viventi. Nello splendido paese in provincia di Perugia, i temi della Passione, Morte e Resurrezione di Cristo trovano espressione nelle scene interpretate da circa 40 figuranti, con scene incentrate su L’Ultima Cena, L’Orto del Getsemani, L’Ecce Homo, La Flagellazione, La Pietà sul Cristo Morto, La Resurrezione. Le scene, rese particolarmente coinvolgenti dalla scrupolosa ricostruzione secondo la Storia Sacra, trovano ispirazione negli esempi della tradizione pittorica italiana, in particolar modo da quella cinque-seicentesca: si tratta di un omaggio alla ricchezza pittorica della città che vanta i natali di Pietro Perugino e di Antonio Circignani detto “Il Pomarancio”.
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ABRUZZO
Le processioni del Venerdì Santo a Scanno (L’Aquila)
Tra antiche tradizioni e fede, il Venerdi Santo a Scanno è caratterizzato da due antichi riti processionali molto suggestivi e toccanti. “La processione degli Incappucciati”, organizzata dalla Confraternita della Madonna delle Grazie, come da tradizione si snoda alle ore 9.00 circa lungo le strade del borgo antico per la visita ai sepolcri. I confratelli, con il volto coperto dal cappuccio bianco e gli occhi che guardano la strada attraverso i due minuscoli fori, a passi lenti ed a coppia, incedono per le strade di pietra tra antichi palazzi e case colorate dal tempo. L’antico cerimoniale che testimonia il lutto per la morte di Cristo è reso ancora più struggente da canti molto tristi come “Il cristiano a pié della Croce” che tende ad avvicinarsi alla melodia devozionale tipica della nostra regione. Non è certo agevole ricercare le origini di questa tradizione che si può far risalire alla metà dell’800 quando il cappellano Don Paolo Parente istituì la cerimonia religiosa in quanto il Venerdì Santo è tradizionalmente giorno di penitenza obbligatoria per tutta la Chiesa e giorno di celebrazione della passione del Signore. La giornata ha il suo culmine al calar della sera, quando alle ore 21,00 la processione più intima e mistica del “Cristo Morto” percorre le vie interne accompagnata dalle struggenti note di un prezioso Miserere, canto che fa da sfondo a numerose celebrazioni del periodo pre-pasquale in quasi tutte le località dell’Abruzzo.
La processione degli incappucciati a Lanciano (Chieti)
E’ uno dei riti della Settimana Santa più solenni e commoventi di tutto l’Abruzzo, che l’Arciconfraternita di San Filippo Neri celebra dal XVI secolo. E’ la suggestiva Processione degli Incappucciati di Lanciano, che si ripete ogni anno il giovedì di Pasqua. Per i Cristiani rappresenta la sera dell’Ultima Cena, quella del tradimento: per questo motivo i Confratelli di San Filippo Neri procedono in corteo vestiti con lunghe tonache nere e medaglioni con simboli di morte, con il volto incappucciato, vivendo nell’intimo della propria anima un atto di penitenza per il tradimento di Cristo. Il corteo avanza a passo lento, attraverso le vie del centro storico illuminate soltanto dal tenue chiarore delle lucerne, accompagnato dal suono mesto della banda che propone toccanti brani di musiche sacre dei Maestri lancianesi Masciangelo, Bellini e Ravazzoni mentre il “Cireneo”, al centro del corteo, cammina, scalzo e incappucciato, portando sulle spalle la pesante Croce del Calvario.
La Desolata a Teramo
Prende avvio dalla chiesa di S. Agostino e, attraversando la città tocca, le principali parrocchie fino a giungere al Convento di Madonna delle Grazie, da dove torna indietro per sostare nella Cattedrale e rientrare nelle prime luci del giorno da dove era partita. E’ l’antichissima Desolata di Teramo, che si ripete ogni Venerdì Santo nella città abruzzese: nell’immaginario dei devoti rappresenta l’angoscioso peregrinare della madre di Cristo alla ricerca del figlio condannato a morte. Questa processione, unica in tutto l’Abruzzo, è una delle prime rappresentazioni sacre nate nella regione e la sua origine si deve alla Confraternita della Madonna della Cintola. Nacque verso il 1260 ed ebbe inizialmente sede nella chiesa, oggi scomparsa, di San Giacomo, da cui poi, alla fine del secolo, essi si trasferirono nella vicina chiesa di Sant’Agostino, dove ancora oggi ha sede.
La Madonna che scappa in piazza di Sulmona (L’Aquila)
La Manifestazione è organizzata da secoli dalla Confraternita di S. Maria di Loreto la mattina di Pasqua. Di origini medievali, rievoca la Resurrezione di Cristo con una funzione folcloristico-religiosa unica nel suo genere. In uno dei lati della centralissima Piazza Garibaldi, sotto le arcate dell’acquedotto svevo, è visibile il trono con la statua del Cristo Risorto. Dalla parte opposta vi è la Chiesa di S.Filippo dalla quale uscirà la Madonna in lutto, su sollecitazione dei due discepoli di Gesù, S. Pietro e S. Giovanni, i quali le hanno recato la lieta novella della resurrezione del Cristo. Il rituale è complesso ed articolato: la Madonna percorre con passo incerto e cadenzato la distanza che vi è tra la chiesa e il centro della piazza perché è ancora incredula e sconvolta dal dolore. Giunta a metà della Piazza, la madre di Gesù scruta meglio l’orizzonte e riconosce il Figlio risorto che l’attende. A questo punto la Madonna inizia una corsa sfrenata, durante la quale le cade il mantello nero del lutto. Le resta indosso il vestito verde, il colore della primavera, foriera di lieti auspici mentre un volo di colombi si libra nel cielo accompagnato da scoppi di mortaretti.
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LAZIO
Il bacio delle Madonne a Castrocielo e Colle San Magno (Frosinone)
All’alba del Lunedì in Albis, lunedì di Pasquetta, due cortei in processione si snodano da Castrocielo e Colle San Magno, per incontrarsi sul monte Asprano, dove si trova la Chiesa Madre di Santa Maria in Cielo. Al cospetto l’una dell’altra le due statue vengono inchinate rinnovando così l’armonia tra le due comunità che in passato hanno avuto qualche attrito. Si tratta del cosiddetto “bacio delle Madonne”, con cui ogni anno si rinnova l’armonia tra le rispettive comunità. Dopo le sacre funzioni, la folla passa dal rito sacro a quello profano della “colazione”. Ciambelloni, detti dialettalmente “pigne”, ciambelle, uova sode, salami, vino, vengono consumati in allegria. Un tempo, castagne secche riunite con uno spago nel quale erano state infilzate a mo’ di rosario, costituivano una caratteristica oggi in declino per i mutati gusti, divenuti più raffinati e per l’elevato costo delle castagne.
La Passione di Gesù a Sutri (Viterbo)
Il Mercoledì Santo a Sutri si respira una strana atmosfera. E’ come se la cittadina in provincia di Viterbo si trasformi lentamente nella Gerusalemme di duemila anni fa, vivendo nell’attesa di qualcosa di ineluttabile che deve accadere. Poi, la sera, mentre le luci si accendono, sembra che una invisibile nebbia cali sulla città a rendere ovattato ogni altro rumore oltre quello del passo dei soldati romani che trascinano il Cristo sul palco dove, dopo essere stato incatenato ad una colonna, subisce una realistica quanto violenta la flagellazione. Poi, dopo le accuse dei sacerdoti, la liberazione di Barabba e la condanna da parte di Pilato, Gesù, incoronato di spine e caricato della croce, inizia, preceduto dai due ladroni, il suo doloroso cammino. Lo spettatore, si sente talmente preso e avvolto da quella commossa atmosfera, da sentirsi quasi testimone dei drammatici episodi avvenuti duemila anni fa ed a cui sta assistendo, in un tempo che sembra irreale, scandito dal rumore martellante della croce trascinata sul selciato da un dolente Cristo.
I sepolcri e la “Stabat Mater” di Veroli (Frosinone)
Da tantissimi secoli, nel borgo laziale di Veroli, la Pasqua vuol dire anche visita ai sepolcri e processione del Venerdì Santo. I fedeli pregano l’eucarestia consacrata, durante la messa in coena domini, artisticamente esposta nelle antiche chiese della città, già dal giovedì. Sorelle e fratelli della Confraternita della Morte Carità ed Orazione e Pia Unione dell’Addolorata si incontrano alle 5,30 del giorno seguente nella chiesa di Sant’Agostino, per rivivere i momenti della passione di Gesù. Si recano a Sant’Erasmo e a Sant’Angelo per giungere, al sorgere del sole, a San Leucio. Poi Santa Croce, San Paolo, il monastero delle Benedettine fino alla basilica di Santa Maria Salome. Una tradizione che si ripete da centinaia di anni e che ancora oggi è rispettata dalla comunità. Nel percorso sorelle e fratelli cantano “Stabat Mater”, antica preghiera in cui l’orante medita sulle sofferenze dell’Addolorata e chiede a Maria di farlo partecipe del dolore provato dalla Madonna e da Gesù durante la passione e la crocifissione.
La processione del Venerdì Santo a Orte (Viterbo)
La processione del Venerdì Santo di Orte – borgo caratteristico e dall’ inconfondibile aspetto, arroccato sui tipici blocchi tufacei – è una delle più antiche d’Italia. I gruppi delle 9 confraternite (8 maschili e una femminile) sfilano di sera recando croci e simboli della Passione, seguiti da penitenti scalzi che portano catene alle caviglie. Seguono la bara con il Cristo morto con le piangenti, le Marie vestite di nero e la statua dell’Addolorata. Al termine, i confratelli distribuiscono tantissimi fiori, che vengono conservati dai fedeli. La suggestiva processione diventa anche una buona occasione per scoprire le bellezze di questo centro ricco di storia e di arte in provincia di Viterbo, caratterizzato dalle belle chiese e dagli importanti musei.
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CAMPANIA
La bianca e la nera, le due processioni di Sorrento (Napoli)
La “bianca” da una parte, la “nera” dall’altra. A Sorrento sono ben due le processioni che animano il giorno del Venerdì Santo. Quella degli incappucciati vestiti con il saio bianco, organizzata dall’Arciconfraternita di Santa Monica, si svolge nel cuore della notte tra giovedì e venerdì della Settimana Santa. La seconda processione, organizzata nella serata del venerdì dall’Arciconfraternita Morte ed Orazione, in cui sia il saio degli incappucciati sia il vestito della Madonna è nero, il colore che per il popolo rappresenta ancora il doloroso ritrovamento da parte di Maria dell’adorato Figlio morto. Ma è tutta la zona che si caratterizza per queste particolarità cromatiche: se a Piano di Sorrento si svolgono due processioni con il saio rosso, a Vico Equense va in scena ogni anno quella “viola”.
La Via Crucis di Torchiara (Salerno)
Parte dalla Villa Comunale e si snoda per le vie del Centro Storico la Via Crucis di Torchiara, il tutto coronato da uno scenario unico e particolarmente suggestivo. Dalla preghiera nell’orto degli ulivi, all’incontro con la madre dolente, alla condanna dinanzi al Palazzo di Ponzio Pilato, all’incontro con le pie donne e fino alla crocifissione, personaggi e interpreti rivivono come per magia insieme ai fedeli uniti nella preghiera. La Via Crucis Vivente termina dinanzi alla Chiesa del SS Salvatore, da pochi mesi riaperta al culto, dove viene ambientata la stazione della Crocifissione, nella suggestiva Terrazza Paradiso affacciata sul mare.
La Processione dei Battenti a Guardia Saframondi (Benevento)
A Pasqua a Guardia Saframondi il sangue dei battenti viene versato in onore della Vergine. La leggenda narra che, in epoca medievale, due maialini, scavando nel terreno, misero allo scoperto una statua lignea della Madonna Assunta. L’effige venne portata in paese dai battenti, penitenti che si colpiscono il petto: si percuotono con la spugna, un sughero irto di punte di ferro, il cui numero è fissato in 32. Oltre 2500 figuranti compongono poi la Processione dei Misteri, rappresentazione in quadri viventi di episodi dell´Antico e Nuovo Testamento; ultima a sfilare è la statua dell´Assunta, carica di monili. Intanto sfilano anche – coperti da cappucci – i flagellanti che si percuotono le spalle con catenelle di ferro e i battenti a sangue, che si colpiscono il petto con la spugna; quello che va in scena nel paese in provincia di Benevento, insomma, è uno spettacolo drammatico e al contempo impressionante.
La Corsa dell’Angelo a Forio d’Ischia (Napoli)
Di essa si ha notizia fin dal 1618, sorta nel clima spirituale del periodo della riforma cattolica quando la religiosità popolare è caratterizzata da un complesso di pratiche che si esplicano in atti, gesti, parole e con la diffusione di rappresentazioni di argomento religioso quale il Natale, la Passione, la Resurrezione. E’ la Corsa dell’Angelo di Forio, il più esteso dei sei comuni dell’isola d’Ischia, che si svolge nella tarda mattinata del giorno di Pasqua lungo il corso principale del borgo. I protagonisti sono quattro: Gesù risorto, la Madonna, S. Giovanni Apostolo resi presenti da tre statue lignee realizzate da un ignoto scultore napoletano negli anni 1756-57, e da un Angelo, anch’esso una statua di legno dorato uscita dalla bottega dello scultore Francesco Mollica intorno al 1620. Oggi la statua originale non corre più, e si può ammirare nella chiesa dell’Arciconfraternita: il suo ruolo lo svolge una copia realizzata circa venti anni fa.
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MOLISE
La processione degli incappucciati a Isernia
Ogni anno migliaia di fedeli e curiosi raggiungono Isernia il giorno del Venerdì Santo per assistere alla suggestiva processione degli incappucciati. Protagonisti sono i penitenti delle varie Confraternite della città, così chiamati per il cappuccio che gli copre il volto e che in questo modo garantisce l’anonimato al rito della penitenza. Hanno delle lunghe tuniche bianche e sul cappuccio una corona di spine. L’unico segno di riconoscimento è la mozzetta, ovvero una mantellina che va sulla tunica, e che ha un colore diverso per ogni Confraternita. Il compito degli incappucciati è quello di trasportare sulle spalle i simboli della Passione del Cristo: i busti dell’Ecce Homo, le croci Calvario e le croci della Via Crucis. Altra particolarità della manifestazione è rappresentata dai preparativi: le anziane della città hanno il compito di preparare le due statue di gesso che rappresentano la Madonna Addolorata e il Cristo Morto: con estrema cura adornano la statua del Cristo con i fiori, mentre a quella della Madonna viene messo un abito nero ricamato col filo dorato.
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PUGLIA
La processione dei Misteri a Francavilla Fontana (Brindisi)
E’ nota come la processione dei Misteri. Ma alcuni preferiscono chiamarla processione del Battaglino, per il caratteristico crepitio che le manigliette delle “trenule” causano sbattendo sulle borchie di metallo. Di certo questo rito arcaico rappresenta il momento più suggestivo della Settimana Santa a Francavilla Fontana. La processione è coeva a quelle che altre confraternite facevano con la statua dell’Addolorata, quando, pellegrinando di chiesa in chiesa, si portavano a pregare davanti ai sepolcri di Cristo. A colpire, ancora oggi, è la teatralità delle varie scene che ripropongono la Passione e Morte di Cristo coinvolgendo grandi e piccini, fedeli e turisti, trascinandoli in una partecipazione corale commossa. La processione avviene la sera del Venerdì Santo, parte dalla Chiesa di Santa Chiara mentre l’ampia piazza della Chiesa Matrice, ora Giovanni XXIII, è gremita dalla folla che con ansia aspetta l’uscita delle varie statue, preparate e ornate con fiori e luci nel pomeriggio. Sulla grande e larga porta della chiesa appare il primo cerimoniere, che, sbatacchiando la trenula, il crepitacolo, annuncia ai fedeli l’inizio della processione. Subito dopo, dalla chiesa, esce portata da un confratello dell’Orazione e Morte la nera Croce dei Misteri, sulle cui braccia sono i simboli della passione di Cristo.
La Desolata di Canosa di Puglia (Barletta)
I bambini e la Vergine Desolata sono i protagonisti dell’antica processione che anima, il sabato di Pasqua, Canosa di Puglia. Vestite da angioletti, le bambine recano in mano i segni della Passione di Cristo: la corona di spine, le funi, le fruste, la canna, il calice, i dadi, la tenaglia e i chiodi. Subito dopo procede la statua della Vergine Desolata, affiancata da addobbi floreali e seguita da circa duecentocinquanta ragazze, vestite di nero e col volto coperto da uno spesso velo nero, che intonano un canto che è una versione particolare dello Stabat Mater di Jacopone da Todi, l’Inno della Desolata di Antonio Lotti (sec. XVIII), musicato per banda dal clarinettista Domenico Jannuzzi di Canosa di Puglia. Un inno veramente suggestivo, che viene accompagnato da note musicali che penetrano profondamente nei cuori e suscitano un grande desiderio di pianto, che si placa solo con la contemplazione del dolore della Vergine Desolata.
Lo scoppio della Caremma a Gallipoli (Lecce)
La Caremma è una figura di donna vestita in gramaglie che simboleggia l’astinenza e la mortificazione del corpo: da qualche anno l’antica usanza di appendere ai crocicchi delle strade questo fantoccio di donna il mercoledì delle ceneri è tornata in auge e così, il giorno di Pasqua, nel borgo antico di Gallipoli la Caremma verrà bruciata a simboleggiare la fine del tempo di Quaresima come rito salvifico e di purificazione. Ai piedi di questa figura propiziatoria ed esorcizzante viene legata un’arancia amara il cui sapore acre rappresenta la sofferenza, l’afflizione e il pentimento; sulla superficie del frutto sono infilzate sette penne di cappone, come le sette settimane di Quaresima per giungere alla Pasqua. Ogni settimana di Quaresima che passa viene tolta una penna fino al giorno della risurrezione quando, tolta l’ultima penna, alle 12.00 in punto di Pasqua, la Caremma viene bruciata.
Le Quarantane di Ruvo di Puglia (Bari)
A partire dal primo giorno di Quaresima, in alcuni punti di Ruvo di Puglia vengono collocate le “Quarantane”. Queste vengono appese tramite appositi sostegni ad una certa altezza dal piano stradale, costituendo certamente qualcosa di molto suggestivo e particolare agli occhi di chi le osserva, soprattutto se forestiero. La “Quarantana” è considerata la moglie del Carnevale; è rappresentata da una pupattola dalle sembianze di vecchia ingobbita, secca e smunta, vestita di nero con in una mano un fuso e nell’ altra un’arancia o una patata con infisse sette penne di gallina a simboleggiare le settimane della Quaresima. Ogni settimana si toglie una penna sino a che la pupattola ne rimane completamente priva. Nel giorno di Pasqua, al passaggio della processione di Cristo Risorto, avviene il rito spettacolo dello “scoppio della Quarantana”, al quale assiste una folla esultante.
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BASILICATA
Il Rito della Passione di Barile (Potenza)
Cento figuranti in costume che rappresentano i protagonisti della Passione. Ma non solo: al lungo corteo di Barile, lungo diversi chilometri, si aggiungono personaggi pagani, come una zingara, che secondo la tradizione popolare fornì i chiodi per crocifiggere Gesù, e il moro, che si distingue per le sue collane appariscenti. Alla testa del corteo di sono tre centurioni a cavallo e tre bambine vestite di bianco, che simboleggiano le tre Marie. Di seguito troviamo una ragazza vestita di nero che reca lo stendardo con i segni della passione di Cristo e 33 bambine vestite di nero.
Accanto alle drammatiche scene di dolore e di pianto, si notano personaggi che conservano fedelmente le descrizioni bibliche, convivono elementi assolutamente originali, dove la realtà storica si interseca con la fantasia popolare.
Pasquetta al Parco della Murgia a Matera
Una Pasquetta diversa dal solito, alla scoperta degli scorci e della natura incontaminata del Parco della Murgia. A Matera è in programma un percorso che dai Sassi conduce nella zona bassa della Gravina, per scoprire le chiese rupestri e le particolarità geologiche e ambientali delle Murge. Qui sarà possibile ammirare i diversi esemplari di rapaci che popolano la collina davanti ai Sassi, insieme alle varietà floristiche che ricoprono le terre del Parco. Assolutamente da non perdere è la visita alla Casa Cisterna, con i foggiali, antichi depositi per la raccolta dei cereali, il racconto della vita in grotta e la dimostrazione del convogliamento delle acque piovane. Un giro turistico adatto a persone di tutte le età, bambini e adulti: la Pasquetta di Matera è infatti un evento pensato per tutta la famiglia.
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CALABRIA
Il corteo dei flagellanti di Nocera Terinese (Catanzaro)
A Nocera Terinese la Settimana Santa raggiunge il suo momento culminante nella giornata di sabato. Protagonisti sono i flagellanti o “vattienti” in corteo, figure che si battono a sangue le cosce e i polpacci in momenti intensi e di grande potenza scenica. Ma fin dalla domenica delle Palme tutto il paese è coinvolto in una serie di rituali: dalla benedizione delle palme alla cerimonia del Cireneo, fino al mercoledì, quando la frenesia raggiunge punte elevatissime perché “caccianu a Madonna”, ovvero viene esposta la statua dell’Addolorata per un anno nascosta in una nicchia velata. Solo al venerdì uscirà dalla chiesa per la processione serale che finisce a mezzanotte. Il sabato, invece, è finalmente il momento dei vattienti.
L’Affruntata a Bagnara Calabra (Reggio Calabria)
Nella Domenica di Pasqua a Bagnara Calabra si svolge la tradizionale Sacra Rappresentazione dell’incontro tra Gesù Risorto e Maria. L’Affruntata è un rito antichissimo che la confraternita del Rosario ripete ogni anno, seguendo la stessa trama descritta in un antico manoscritto. Una tradizione che, dopo aver superato indenne i secoli, costituisce oggi uno dei pochi legami della cittadina in provincia di Reggio Calabria con il suo passato. La consuetudine che siano stati i padri domenicani, giunti a Bagnara nel 1582 per reggere il convento annesso alla chiesa abbaziale, ad introdurre questa festa nel paese: ipotesi avvalorata dalla circostanza che anche nelle altre cittadine calabresi (Polistena, Vibo Valentia) è sempre una congrega del Rosario a organizzare questa festa.
Le Vallje di Frascineto (Cosenza)
Un pezzo di Albania nel cuore della Calabria. Il martedì di Pasqua a Frascineto (e poi la seconda domenica dopo Pasqua ad Eianina) è il giorno della rappresentazione folklorica della propria identità linguistica e culturale. È qui che per un giorno all’anno gli arbëreshë d’Italia si ritrovano, nel paese delle Vallje. Le donne si tengono tra loro tramite un fazzoletto e, predisposte a ferro di cavallo alle cui estremità si trovano due o tre uomini detti “caporali”, girano tra le vie del paese intonando canti in lingua albanese che richiamano rapsodie e rievocano la vittoria dell’eroe nazionale albanese Scanderbeg sui Turchi. E’ quasi come se Frascineto ed Eianina in quei giorni si svegliassero in un altro tempo, in altro luogo: i colori del costume tradizionale femminile sono stupendi, ricchi d’oro, impregnati di passato e storia, colmi di ricordi e gioia, indossati con grazia dalle donne del paese, che rammentano la grazia e l’eleganza delle donne del tempo andato.
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SICILIA
La Processione dei Misteri a Trapani
La processione dei Misteri anima Trapani ogni venerdì Santo da oltre 400 anni: rappresenta la morte e passione di Cristo attraverso 20 gruppi scultorei custoditi nella Chiesa delle Anime del Purgatorio e portati in processione dalle Corporazioni religiose per le principali vie cittadine. La processione ha inizio alle 14 del venerdì Santo e si conclude ventiquattro ore dopo; a rendere uniche le statue è la tecnica di realizzazione: ossature in sughero, scheletro in legno e abiti in stoffa modellati con la carchèt, tecnica tipicamente trapanese. Ogni mistero ha il nome della scena che rappresenta: in origine le rappresentazioni si svolgevano sui sagrati delle chiese e, in seguito, si costruirono le prime scene da portare in processione.
Il “carnevale pasquale” di San Fratello (Messina)
Durante la settimana santa, e precisamente dal Mercoledì al Venerdì Santo, a San Fratello, nelle Nebrodi messinesi, si ha un esempio della particolare unione tra sacro e profano. Qui si ha anche l’unione del dolore per la perdita del Cristo e della fastosità tipica del carnevale. Una miriade di contadini e pastori si travestono da “giudei” con dei particolari costumi costituiti da giubbe rosse e gialle impreziosite con motivi floreali e ricami e da un cappuccio rosso che ricopre la testa. Tali costumi ricordano in parte quelli dei soldati romani che flagellarono Gesù e sono di proprietà delle famiglie del posto e sono tramandate da padre in figlio. Tali “giudei” ripercorrono le vie della città con squilli di trombe, catene minacciose e campanacci in modo allegro con il chiaro intento di distogliere l’attenzione popolare dal dolore per la morte di Gesù Cristo. Il contrasto ha il suo punto cruciale il venerdì santo, quando il corteo che segue il Crocifisso è disturbato ed interrotto nel suo cammino dall’arrivo festoso dei giudei. In passato la festa era più irriverente e pericolosa, tanto da proibire la vendita di alcolici.
Il corteo della Real Maestranza a Caltanissetta
Tutta la città di Caltanissetta attende i riti della Settimana Santa come una manna, ricchi come sono di valori simbolici che navigano tra folclore e pietà, tra la malinconia della Passione e la gioia della Resurrezione. I riti iniziano il mattino del Mercoledì Santo con il corteo della Real Maestranza e, nel pomeriggio, con il corteo dei piccoli gruppi dei Sacri Misteri (Varicedde). Il Giovedì Santo si svolge la solenne processione dei Misteri e il Venerdì Santo la processione del Cristo Nero o Signore della città. Il mattino del mercoledì è un pullulare di gente che si prepara al primo atto: le maestranze sono le antiche corporazioni di arti e mestieri, una volta dotate anche di poteri politici e giurisdizionali e oggi sono riunite dal forte sentimento religioso; la prima caratteristica di questa rappresentazione è l’alto valore simbolico dei gesti: le rappresentanze delle corporazioni (calzolai, carpentieri, fabbri, falegnami, pastai e mugnai, pittori, lattonieri, barbieri, scalpellini e marmisti, muratori) vestono con gli abiti scuri e i loro vessilli sono listati a lutto.
Santa Maria della Pietà a Scicli (Ragusa)
La domenica delle palme è molto particolare a Scicli, in provincia di Ragusa, perché si festeggia S. Maria della Pietà. Il simulacro che la simboleggia ha una storia così particolare che trascende la leggenda: pare che agli inizi dell’anno Mille la statua è stata ritrovata nella piccola chiesa di S. Maria della Cava; la statua era venerata sin dai primi anni di diffusione del Cristianesimo, ma fu dimenticata quando intorno il 700 arrivarono i Saraceni nell’isola ed i Cristiani, per sottrarla dalle mani mussulmane, la nascosero; dopo il suo ritrovamento e la costruzione della Chiesa S. Maria la Nova, ad essa furono affiancate le statue delle pie donne e Cristo morto. Attualmente il gruppo statuario è portato in processione fino alla Chiesa del Carmine e per le vie cittadine ed esso è posto all’interno di una vara ed il Cristo è raffigurato quando oramai è disceso dalla croce, con le braccia e le gambe quasi staccate dal resto del corpo. In questa ricorrenza alla Madonna sono offerte delle composizioni di foglie di palma, denaro ed ex-voto.
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SARDEGNA
La Scrocifissione a Oliena (Nuoro)
A Oliena il Venerdì Santo, uomini e donne vanno alla ricerca del Cristo Risorto facendo tappa in tutte le chiese del paese fino al Sabato, quando la statua del Cristo viene ritrovata. Il rito della crocifissione nel paese in provincia di Nuoro prevede che la statua del Cristo, tolta dalla croce il Venerdì, venga nascosta nel Duomo fino al Sabato Santo, giornata in cui se ne simula il ritrovamento. Durante questi giorni, la statua della Madonna viene portata in processione tra le varie chiese della città, in simbolica ricerca del figlio. Uomini e donne vanno alla ricerca del Cristo Risorto facendo tappa in tutte le chiese del paese tutti i giorni fino al Sabato quando la statua del cristo viene ritrovata.
Il corteo funebre di Iglesias (Carbonia)
L’influsso della cultura spagnola, che in Sardegna è ancora più vivo che mai, si fa sentire con forza nelle celebrazioni pasquali a Iglesias. Il venerdì pomeriggio, nella struttura professionale simile a quella delle processioni del giovedì e venerdì mattina, si innesta un frammento di Sacra Rappresentazione del funerale di Gesù. Non quello che probabilmente fu ma una rivisitazione con spirito spagnolo, barocco e pomposo. Il corteo funebre di un Re, con le sue insegne e i suoi dignitari. Quindi aprono quest’ultima parte del corteo “Is Vexillas”, con strumenti e attori della passione, il S. Giovanni e la Maddalena, due maschietti vestiti con foggia orientale e accompagnati dagli Obrieri del Descenso (i due Germani responsabili della deposizione del crocifisso e dei dettagli organizzativi di questa processione), Is Varonis (i nobili, Giuseppe D’Arimatea e Nicodemo accompagnati da due anonimi aiutanti, i servi). Infine, sotto il baldacchino, il simulacro di Gesù morto a grandezza naturale, artistica opera del XVII secolo. Chiude l’Arciconfraternita del Santo Monte in corpo che scorta l’immagine dell’Addolorata.