Diventare archeologi per un giorno per andare alla scoperta delle meraviglie delle antiche rovine di Castellardo: l’appuntamento è fissato per domenica 15 maggio a Canino, paese ricco di storia immerso nella Tuscia Viterbese. La giornata prenderà il via alle 9.30 con il ritrovo con colazione presso l’Officina delle Arti e dei Mestieri di via Ischia (ex Mattatoio); si partirà quindi per la visita privata alle rovine, nell’ambito della quale si simulerà anche l’apertura di un butto medievale; e non mancherà nemmeno una piccola guida alla raccolta delle antiche erbe e degli asparagi selvatici, che in questo periodo abbondano nelle campagne che circondano Canino. Una visita gratuita e un percorso facile e adatto a tutti – organizzato dal Gruppo Archeologico Romano, sezione di Canino – che consentirà di conoscere da vicino una delle perle nascoste dell’Alto Lazio. Castellardo prende il nome dal francese “Chatelard”, che significa appunto fortificazione; il Castello ha ricoperto nei secoli un ruolo strategico perché controllava la strada che nel Medioevo permetteva ai viandanti di raggiungere Roma evitando le paludi che invadevano l’Aurelia. Se i primi feudatari sono citati in un documento del 1175 come “Lombardi”, in seguito questo luogo affascinante fu oggetto di contese tra Viterbo e Tuscania, quindi occupato dalle milizie pontifice fino al 1337, anno in cui Benedetto XII, ordinò che la guarnigione rientrasse a Vulci. Nel 1354 Castellardo fu soggetto a Montefiascone, appartenne poi agli Orsini di Bracciano che lo persero qualche tempo dopo; nel 1459 i Caninesi, forse sotto l’istigazione degli Orsini stessi o forse per dispute di confine, lo distrussero. Oggi sono ancora visibili i resti della cinta muraria e i numerosi insediamenti rupestri che davano luogo all’abitato del castello.
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