Reperti romani e acque termali note sin dai tempi degli Antichi Romani. Affacciato sul Lago di Garda, Sirmione (Brescia) resta una meta dal fascino intatto e adatta a un turismo di ogni età. A partire dalla strada che si percorre per raggiungerla, una stretta lingua di terra che sembra quasi dividere in due la parte meridionale del Garda. Anche qui, a un’offerta turistica ormai all’avanguardia, si affiancano percorsi culturali di grande fascino, a partire dal Castello Scaligero, dalle antichissime Grotte di Catullo e dalla Chiesa di santa Maria della Neve, senza dimenticare gli altri edifici di culto e architetture civili come il Palazzo Maria Callas. Il calendario degli eventi, soprattutto d’estate, è davvero ricchissimo e strizza l’occhio soprattutto alla gastronomia locale con la “Sardinata”, la “Festa dell’Uva”, la “Cena di gala sotto le stelle” e la “Festa del Lago”. La cucina tipica, ovviamente, è incentrata sui sapori di lago: raggiungere Sirmione può costituire una buona occasione per assaporare le tagliatelle alla trota e asparagi, il risotto con la tinca, i bigoli con le sarde, la pasta al persico e il carpaccio di trota.
Riscendendo lungo lo Stivale, la tappa montana conduce in provincia di Lucca, e in particolare nel territorio incontaminato della Garfagnana: Barga è un borgo medievale di rara bellezza, terra di adozione del poeta Giovanni Pascoli, che nel 1895 scelse come residenza fissa la villa di campagna dei Cardosi-Carrara: ancora oggi l’edificio conserva, oltre ai libri e ai manoscritti, anche gli arredi e la disposizione che aveva al momento della morte del poeta, che è sepolto in una cappella attigua alla villa. Ma a Barga meritano una visita anche il Duomo, la Chiesa del Santissimo Crocifisso, la Loggia dei Mercanti (oggi sede del Comune) e il Caffè Capretz, frequentato anche da Pascoli: sulla sua terrazza, dalla quale si può godere di una splendida veduta panoramica, si trova una delle più belle epigrafi dettata dal poeta. Pur essendo in provincia di Lucca, la cucina del posto è di tipico stampo fiorentino: crostini di fegatini, fagioli all’uccelletto, farinata e castagnaccio.
Dall’alta Toscana al basso Lazio, e più precisamente a Gaeta (nella foto), la cittadina in provincia di Latina il cui nome è tutt’ora avvolto nella leggenda: da Diodoro Siculo passando per Virgilio fino ad Aiete, fratello della Maga Circe (il monte Circeo dista solo pochi chilometri) le ipotesi sono tante, e tutte affascinanti. Certo è che la cittadina in provincia di Latina non è solo una nota località balneare che si affaccia su uno dei tratti di mare più belli dell’intero Lazio, ma è anche un piccolo scrigno di gioielli architettonici, Santuario della Santissima Annunziata alla Cattedrale dei Santi Erasmo e Marciano, fino al pittoresco Tempio di San Francesco. Un centro vivo tutti i mesi dell’anno e davvero vario dal punto di vista gastronomico a partire dalla famosissima tiella, composta da due sottili strati circolari di pasta, posti uno sull’altro, chiusi lungo i bordi per compressione: il ripieno è di solito costituito da prodotti di terra o di mare, o da entrambi, secondo la fantasia della massaia; d’estate, è imperdibile un assaggio della tiella con i polpi!