Francesco Minetti, ideatore di uno degli eventi più particolari di Matelica, nelle Marche, si racconta a Fuoriporta.
Lei vive a Matelica, da sempre?
si sono originario di Matelica, dopo aver girovagato per l’Italia per qualche anno, a seguito del mio lavoro, sono tornato a vivere in questa splendida cittadina.
Quale è la storia che la lega a questa manifestazione, a Cuba e ai sigari?
La storia e’ lunga e ci vorrebbe un libro per raccontarla tutta. Essendo abbastanza “logorroico” cercherò’ di riassumerla. Ho cominciato ad appassionarmi al mondo dei sigari da metà degli anni ottanta. Il motivo scatenante è stato quello di smettere di fumare le “bionde”.
Questo mi ha portato a visitare i luoghi culto del mondo del tabacco e dal 2000 ho cominciato a frequentare assiduamente Cuba. Nella cui capitale, La Habana, si svolgono, da molti anni, due manifestazioni che sono le più’ importanti nel panorama sigarofilo mondiale: il Festival de l’Habano, che si svolge tradizionalmente a febbraio, e l’”Encuentro amigos de partagas” che coincide con il compleanno della città.
Dopo aver partecipato a queste manifestazioni sono stato coinvolto nell’organizzazione dell’Encuentro. Avendo maturato delle importanti amicizie nell’ambito, nel 2005 insieme ad altri 7 compagni d’avventura, fondammo il Cigar Club Matelica Don Alejandro Robaina.
Nel pensare ad una manifestazione che ci rappresentasse e che fungesse da “compleanno” decidemmo di “inventare” una versione italiana dell’Encuentro amigos de partagas en Italia.
Oggi a distanza di 15 anni, la nostra manifestazione si è posizionata al secondo posto tra le più importanti attività legate al mondo del sigaro cubano.
E’ addirittura incredibile che superato anche la versione originale dell’evento, diventando un punto di riferimento mondiale.
Ogni anno abbiamo più di 2.000 persone provenienti da almeno 40 paesi differenti, fuori dall’Italia!
Perché Matelica, Cuba e sigari, quale è la relazione che c’è tra questi 3 attori?
Perché’ Matelica? perché’ qui esiste il Cigar Club più’ importante d’Italia e perché ci vivo io, che sono il fondatore e quindi più’ facile da realizzare, giocando in casa! Inoltre le piccole e raccolte dimensioni del borgo permettono di coinvolgere tutta la cittadinanza. Perché Cuba? Perchè è il luogo simbolo del sigaro e del miglior tabacco al mondo. Don Alejandro Robaina, il più famoso produttore di tabacco a Cuba, a cui abbiamo insignito il club, soleva dire “quando Dio ha deciso dove fare il Barolo ha scelto l’Italia, quando ha deciso per il tabacco ha puntato il dito su Cuba”. Matelica, Cuba e sigari, lega questi 3 attori, alla fine, una rappresentano una passione comune. Poi c’è l’amore incondizionato tra due paesi che derivano dalla stessa radice culturale latina. Il sigaro non è solo un manufatto da fumare, ma un oggetto con una storia dietro che attraverso 70 passaggi tutti manuali viene dalla terra esattamente come il verdicchio. Entrambi hanno tanto da raccontare.
Cosa accade nella manifestazione, ogni evento ha con se una magia, che rende possibile emozionare la gente, quale è la magia della sua manifestazione?
La magia è data dai partecipanti, vedere un granmelot di lingue, culture, fa comprendere quanto l’atto culturale permea la gente. Alla fine il sigaro è solamente il fil rouge che lega tutti. In questi 15 anni abbiamo compreso come per molti questo evento diventa un momento irrinunciabile. Persone che si incontrano una volta l’anno a Matelica per il nostro evento, provenendo dalle più svariate località: Russia, Cina, Paesi arabi, Nuova Zelanda, Giappone, Australia, USA, Messico e chiaramente Cuba, ma è il nostro evento a rende tutti uguali, perché tutti con una passione in comune. Ormai Matelica è divenuto un luogo irrinunciabile. Non esiste una ricetta. Certamente creiamo un mix tra attività culturali. Tecniche degustative e divertimento, accompagnando tutto con grandi personaggi, famosi cantanti o persone legate al mondo del sigaro, del ron e del verdicchio.
Con il Covid, cosa avete fatto per continuare a far parlare di voi?
Dover annullare e rinviare la manifestazione di un anno è stato un atto dovuto e doloroso. Per far si che la gente mantenesse vivo l’interesse sulla manifestazione abbiamo deciso di inventare un incontro virtuale che si fondasse su tre puntate, come notoriamente 3 erano le serate clou della festa.
Onde evitare di ricadere sul solito ZOOM, ormai molto di moda nella comunità digitale, abbiamo creato un format televisivo. Una vera e propria trasmissione in webinar dove in un ipotetico studio una coppia di presentatori si interfacciano in registrato o in vivo con i tanti personaggi che hanno fatto la storia di questo evento. Tre puntate con tre temi diversi, con tre coppie di presentatori rigorosamente scelti tra i partecipanti, con interventi dai più svariati paesi. Aspetti ludici e culturali, come l’intervento da Cuba dei Maestri Roneri o dei grandi personaggi legati al sigaro, di cantanti. Presentazioni di abbinamenti virtuali tra sigaro e champagne, Ron, Verdicchio. L’intervento di chef cubani e italiani che normalmente cucinano per la festa. E molto altro ancora.
Mi racconti qualcosa del suo territorio, delle tipicità di Matelica, della bellezza del vivere in un borgo marchigiano.
Matelica è una città con tanta storia e senza tempo. Vivere in questa città è difficile da spiegare. Ogni angolo, anfratto, racconta qualcosa di se. Abbracciata da verdi colline, ricche di vegetazione e vigneti, racconta le sue origini, più antiche di Roma stessa. I ritmi lenti, mai esasperati, l’amicizia, il conoscersi tutti, l’affrontare tutto, anche le paure ma con un sentimento sociale. Matelica è la rappresentazione di tanti borghi che rendono l’Italia unica al mondo, invidiata, odiata, vezzeggiata ma amata incondizionatamente.