La leggenda narra che tutto ebbe inizio nel 1538, quando Papa Paolo III Farnese – per festeggiare l’investitura del figlio Pier Luigi a duca di Castro e Ronciglione – concesse alla popolazione locale tre giorni di bagordi. Da allora a oggi ne è passato di tempo, ma a Ronciglione il Carnevale continua a rappresentare l’evento dell’anno per eccellenza; una festa che tra coriandoli, stelle filanti, carri allegorici, spettacoli folcloristici, musica e delizie della gastronomia locale, vivrà nei prossimi giorni i suoi momenti culminanti.
I Corsi di Gala con maschere, carri allegorici, gruppi mascherati e bande folcloristiche sono in programma il 17, il 24 febbraio e il 3 marzo; il 28 febbraio, invece, il “Campanone” del borgo in provincia di Viterbo suonerà a distesa per annunciare il ritorno di Re Carnevale, mentre nel pomeriggio sarà la volta della parata Storica degli Ussari. La giornata di lunedì 4 marzo sarà tutta all’insegna della maschera tipica della festa, il Naso Rosso, che incarna l’anima buontempona e godereccia dei ronciglionesi: alla tradizionale carica dei Nasi Rossi, seguirà la degustazione di carne di maiale condita e cotta al forno. Martedì grasso è in programma il gran finale, con la rappresentazione della morte di Re Carnevale e l’apertura del suo testamento; al corteo funebre con la tradizionale Fiaccolata della “Compagnia della Penitenza” e della “Compagnia della Buona Morte”, seguirà la partenza di Re Carnevale con il globo aerostatico. In tutti i giorni di festa ci sarà spazio per la buona cucina di una volta con polentari, faciolari, tripparoli, fregnacciari e fritellari, musica, veglioni, rappresentazioni teatrali in dialetto e balli, a partire dal tradizionale Saltarello di Carnevale.