La leggenda narra che debba il suo nome alla zona paludosa (detta “moja”) vicino al corso del fiume Esino nella quale sorgeva. E’ l’Abbazia romanica di Santa Maria delle Moie – nella frazione del Comune di Maiolati Spontini, in provincia di Ancona e nella media valle del fiume Esino – fondata all’inizio dell’XI Secolo dalla famiglia Attoni-Alberoni-Gozoni come monastero privato. La chiesa è composta da pietre squadrate di arenaria giallastra e all’interno è sorretta da quattro pilastri e articolata in tre navate, divise in tre campate. A oriente tutte le navate terminano con un’abside semicircolare: da questo lato le absidi, che si differenziano per altezza e profondità, evidenziano la forma basilicale della chiesa. Due sono invece le absidi che sporgono verso l’esterno nel lato nord, decorate, come il cornicione, con gli archetti pensili in travertino bianco, in parte sostenuti da coppie di lesene semicilindriche coronate da piccoli capitelli senza decorazione. Prima di entrare in chiesa è posto un atrio, di pianta quadrata e coperto a crociera, fiancheggiato da due ambienti dalla pianta analoga, il sinistro dei quali accoglie una scala a chiocciola. Il portale presenta una strombatura a colonne gradinate ed è decorato con intrecci di foglie e fiori. Gli elementi più interessanti della chiesa di Santa Maria sono le absidi e soprattutto la pianta che, basata sui quattro pilastri interni isolati, ricorda non tanto modelli bizantini quanto gli edifici triconchi paleocristiani e a pianta quadrata a croce greca iscritta altomedievali. Le caratteristiche dell’alzato di Santa Maria delle Moie, a navata centrale a volte a botte acuta di poco più elevata delle laterali, e la facciata a doppia torre hanno importanti precedenti nelle Marche: per quanto riguarda la tipologia il riferimento principale è la chiesa abbaziale di Santa Maria di Portonovo di Ancona. La chiesa è dedicata alla natività di Maria e un quadro con questo soggetto ornava l’altare maggiore. Del monastero, invece, rimangono solo due ambienti: uno rettangolare con volta a botte collegato ad una stanza sotterranea da una scala; l’altro, comunicante con il primo e accessibile anche dal cortile, a pianta quadrilatera e con volte a crociera.